Winter School ANLA 2022

(di Edoardo Patriarca, presidente nazionale ANLA) Sì, dobbiamo dirlo con un pizzico di orgoglio: siamo un'associazione di anziani lavoratori, ci fregiamo di questo titolo perché non ci rassegnamo allo stereotipo secondo il quale gli anziani lavoratori e in pensione sono la parte della popolazione dedita esclusivamente a tutelare  i  diritti acquisiti, a difendere le proprie pensioni, a rivendicare il diritto alla salute e al buon vivere in una stagione della vita spesso segnata dalla fragilità. Non siamo solo questo e neppure solamente l'associazione delle cene o dei pranzi una o due volte all'anno, pur importanti. Da poco abbiamo celebrato i settant'anni della  nascita di Anla, in una Italia profondamente cambiata: dai primi decenni  della ricostruzione  che hanno prodotto un benessere diffuso, ai   decenni delle  crisi, delle tante crisi, economica e finanziaria, climatica e demografica, sanitaria e sociale con l'aumento vertiginoso delle povertà; non ultima la guerra scoppiata in Europa, troppo vicina per cavarcela con una scrollata di spalle. 

Quattro anni fa, all'avvio della mia Presidenza, posi una sfida a tutti noi: dobbiamo essere sempre pronti a rispondere a chiunque ce lo chieda (per parafrasare un noto passaggio di S.Paolo) sul perché rinnoviamo la tessera e aderiamo ad Anla. Abbiamo cercato insieme la risposta:  siamo in Anla perché è un'associazione di amici e amiche,   siamo in Anla perché - laddove possibile - coltiviamo rapporti con le imprese che ci sostengono, proattivamente, non per chiedere più risorse - in realtà sempre più calanti - per il gruppo aziendale ma per proporre  un'opportunità all'azienda di investire ancora di più sul  capitale più prezioso che possiede che è quello dei propri dipendenti, giovani o anziani che siano. Insieme in Anla per proporre una cultura dell'anzianità non stereotipizzata, intrappolata solo su questioni sanitarie e della non autosufficienza; insieme contro quel fenomeno chiamato ageismo che discrimina la terza/quarta età narrandola come una spesa insostenibile per il paese, un peso perché non più produttiva.

Al contrario, in questi anni di amicizia civile, la cultura della vita che abbiamo proposta è quella di un continuum esistenziale, di stagione in stagione, nella quale  il "buon vivere" è questione che attiene tutte le età, nella quale la stagione dell'anzianità è luogo vocato a sapienza e saggezza, deposito immenso di competenze maturate negli anni di lavoro da valorizzare soprattutto nel sostegno ai percorsi di vita delle giovani generazioni.

In questo  tracciato ogni anno - quest'anno due volte - proponiamo momenti di riflessione e di approfondimento   per indagare il futuro e per farcene carico, "sognando" come ci ricorda il noto passo del profeta Gioele e incoraggiando la intrapresa delle nuove generazioni.

Nel seminario che oggi prendi avvio a Roma, la Winter School 2022, con l'aiuto di autorevoli amici e amiche quotidianamente impegnati sulla frontiera e nei crocevia del dibattito pubblico a livello nazionale,  metteremo a fuoco gli elementi di criticità - e sono tanti - del tempo che  viviamo e   i segnali di speranza che continuano a germogliare   nelle nostre comunità. Se le crisi, le transizioni, da un lato ci obbligano a stare nella concretezza della vita quotidiana, a non voltare lo sguardo o rinserrarsi nel  privato,  dall'altro esse rappresentano un'inedita opportunità per ripensare il paese al futuro, un paese più giusto e  inclusivo, più sostenibile e amichevole. Saranno "giorni di natalità", tempo e   spazio nel quale  la nostra intelligenza collettiva si mobiliterà per recuperare energie a volte sopite e rinnovare per il nostro impegno associativo per il 2023.