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Vita delle persone, qualità della democrazia

(di Edoardo Patriarca, presidente nazionale ANLA) La Giornata internazionale per i diritti delle persone con disabilità del 3 dicembre scorso è caduta a pochi mesi dal primo G7 dedicato a inclusione e disabilità, conclusosi in Umbria con la stesura della Carta di Solfagnano. Due appuntamenti che hanno riproposto una dimensione della vita delle persone  che misura la qualità della democrazia di un paese. L'Italia  ha una buona legislazione  su   sostegno, presa in carico  e inserimento lavorativo  delle persone con disabilità. Ma come accade per gli eventi e le celebrazioni,  anche le buone leggi spesso rimangono lettera morta soprattutto se riguardano cittadini con poco potere contrattuale. Invero non accade per tutti i provvedimenti: le minoranze più rumorose e agguerrite, le lobby economiche a difesa dei propri interessi si fanno sentire con efficacia. La lobby, se così possiamo chiamarla, dei cittadini più fragili e delle  associazioni che li rappresentano non avendo lo stesso potere negoziale contano poco e vengono dimenticate.

Proviamo a dare uno quadro generale sulle leggi attualmente in vigore inerenti a inclusione e disabilità. 

La legge 227 del 2021, e a seguire il decreto legislativo n. 62 del maggio 2024, è un provvedimento di svolta sulle politiche in materia di disabilità. Introduce il diritto al "progetto di vita indipendente" per ogni persona con disabilità a partire dai suoi desideri, preferenze e aspettative, e per integrare gli interventi sociali, educativi, sanitari, assistenziali e  ricreativi oggi frammentati.  Non più un   utente ma una persona che desidera vivere in pienezza la propria vita. Per il 2025 è prevista una sperimentazione di 12 mesi in 9 province. Vedremo se dalla sperimentazione passeremo alla implementazione su tutto il territorio nazionale.

La seconda buona legge è quella sugli anziani fragili non autosufficienti, la legge delega 33 del 2023. Sono circa quattro milioni le persone coinvolte, più di 10 milioni se sommiamo   l'insieme delle famiglie coinvolte, i caregiver e gli assistenti sociali. Approvata alla unanimità rischia di rimanere sospesa nel nulla per la mancanza di risorse, tra i 5 e i 7 miliardi che in questa legge di bilancio, come nella precedente, non si trovano. Tra l'altro manca ancora all'appello  una cornice normativa che riconosca finalmente i diritti dei caregiver. 

La terza legge riguarda l'inserimento lavorativo per le persone disabili, oggi ancora una chimera per 2/3 delle persone potenzialmente interessate. La legge di competenza non è recente, è la legge 68 del 1999, una buona legge che ha introdotto quote di assunzione vincolanti per le aziende, sgravi e incentivi per i datori di lavoro e  il cosiddetto collocamento mirato. Una testo che si pone l' obiettivo ambizioso di realizzare l'inclusione sociale e l'autorealizzazione attraverso il lavoro della persona con disabilità secondo il dettato costituzionale. Una buona legge, ma elusa: sono molte le aziende che non rispettano gli obblighi di assunzione preferendo pagare le sanzioni previste, devo dire piuttosto irrisorie. Neppure   utilizzano il canale previsto dalla normativa attraverso il quale le aziende possono affidare la commessa di lavoro ad una cooperativa sociale, delegarle la selezione, la formazione e la gestione del personale assunto. Le persone entrano in un progetto di inserimento lavorativo  con un tutor dedicato, all'interno di un ambiente lavorativo sensibile e preparato. Su questo fronte   le Regioni svolgono un ruolo cruciale nel riconoscimento e nella regolamentazione di questi percorsi.

Tre leggi che toccano ambiti e fasce di popolazioni diverse: ci stanno tutte a cuore. Le fragilità delle persone anziane e la messa a terra della legge 33, e il diritto al lavoro per tutti. Su quest'ultimo sarà nostro impegno valorizzare i progetti di inserimento lavorativo delle persone con disabilità in atto nel mondo del lavoro, in una stagione nella quale la responsabilità sociale e ambientale delle aziende rappresenta un valore strategico per ripensare il sistema produttivo del nostro Paese, più a misura di persona.

 

 

 

 

 

(Crediti fotografici: iStock.com/GAYSORN EAMSUMANG)

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