Home > Blog > Una nuova cultura del lavoro

Una nuova cultura del lavoro

(di Edoardo Patriarca, presidente nazionale ANLA) Domenica scorsa si è celebrata la Giornata mondiale contro la schiavitù infantile nel ricordo del pakistano Iqbal Masih ucciso a 12 anni per aver promosso la difesa dei bambini dallo sfruttamento lavorativo. Nel sud del mondo lo sfruttamento minorile è una piaga che colpisce un decimo della popolazione infantile: Unicef e ILO la quantificano in 160 milioni di bambine e bambini. Il dato che colpisce di più è che il lavoro minorile è diffuso anche in Nazioni insospettabili - i cosiddetti paesi sviluppati - e tra queste c'è anche l'Italia dove, secondo l'indagine "Non è un gioco" diffusa da Save The Children, sono 336 mila i minorenni tra i 7 - 15 anni che hanno avuto una esperienza di lavoro, nonostante la legge lo vieti prima dei 16 anni. Un lavoro  che assume le forme di mansioni sommerse   (mancano rilevazioni ufficiali), invisibile, continuativo ma svolto per brevi periodi, quasi sempre dannoso per i percorsi educativi e per il benessere psicofisico dei ragazzi.

I settori che più frequentemente utilizzano il lavoro minorile sono la ristorazione, la vendita al dettaglio, le attività agricole e i cantieri edili, l'attività di cura svolta con continuità di fratelli e sorelle o parenti, e nuove forme di lavoro on line come la realizzazione di contenuti per social e video giochi. Tra le motivazioni espresse dagli intervistati spiccano il desiderio di avere denaro per sé e la volontà di aiutare i genitori spesso senza titoli di studio o con la sola licenza elementare/media. I 2/3 sono di sesso maschile con background migratorio, lavorano durante i giorni di scuola, rischiano più degli altri l'insuccesso formativo alimentando così il fenomeno della dispersione scolastica, tra il più alto in Europa.

Il rapporto evidenzia un altro aspetto a molti sconosciuto: la stretta relazione tra esperienze lavorative  precoci e il coinvolgimento nel circuito criminale. Il 40% dei minorenni impegnati in attività lavorative sono presi in carico dai Servizi della Giustizia Minorile, ragazzi e ragazze che rischiano di infilarsi nel tunnel dello sfruttamento e della illegalità. 

Quale lezione possiamo trarre a pochi giorni dalla festa del lavoro del 1 maggio?

La prima è che la questione lavoro - dignità, giusta retribuzione, sicurezza, formazione - è tuttora un punto irrisolto nel nostro paese. La nostra Associazione conferma il suo impegno per rifondare una cultura del lavoro che metta al centro i valori dichiarati a chiare lettere nella nostra Costituzione.

La seconda è il rafforzamento della protezione sociale dei minorenni sanciti dalla convenzione Onu sui diritti dell'infanzia e dell'adolescenza, una protezione che comincia a fare acqua anche nel nostro paese: se sono più di 300 mila i ragazzi e le ragazze che lavorano illegalmente, e sono più di 1 milioni i bambini a rischio di povertà, soprattutto educativa, un problema l'abbiamo. A me sembrano davvero numeri "incivili"!

Infine, il lavoro degno va protetto - si aumenti l'attività di controllo sui territori dell'Ispettorato del lavoro - e promosso tra i giovani con forme di alternanza scuola-lavoro vere e autentiche, e con un apprendistato davvero formativo, oggi troppo spesso utilizzato dalle aziende per altri scopi. Lo ha ribadito anche il Ministro del Lavoro Calderone in occasione della presentazione del Rapporto di Save The Children: se possiamo essere utili siamo disponibili ad un confronto di merito.

 

(Crediti fotografici: iStock.com/nito100)

Non sei ancora
iscritto ad ANLA?

Scopri come entrare a far parte dell'Associazione.




convenzioni anla

Convenzioni

Scopri tutte le offerte e convenzioni riservate esclusivamente agli associati ANLA

scopri di più

rivista esperienza


Esperienza

La rivista mensile di attualità, cultura e informazione della nostra Associazione. Per i soci anche online.

scopri di più

Newsletter

Iscriviti alla nostra mailing list per ricevere tutte le notizie e gli aggiornamenti dell'Associazione.