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Silver Economy

(di Antonello Sacchi) È stato presentato a Roma, nella cornice dell'Aula dei Gruppi parlamentari della Camera dei Deputati, il Quaderno di Approfondimento Itinerari Previdenziali "Silver Economy, una nuova grande economia". Nel prossimo numero di Esperienza, il 8-9/2022 in distribuzione da settembre, approfondiremo l'argomento. Ci soffermiamo qui su alcuni aspetti trattati dal prof. Alberto Brambilla, Presidente Centro Studi e Ricerche Itinerari Previdenziali, durante la sua relazione introduttiva. 

Innanzitutto una definizione del campo oggetto di studio: "Il complesso delle attività economiche rivolte specificamente alla popolazione con 65 anni o più di età, inclusi anche i prodotti e servizi materiali e immateriali, beni e prodotti di consumo o investimento e varie forme di assistenza psicologica, riabilitativa e sanitaria di cui queste persone usufruiscono direttamente e l'ulteriore attività economica che questa spesa genera" (Quaderno di Approfondimento «Silver Economy, una nuova grande economia», Centro Studi e Ricerche Itinerari Previdenziali, 2022). 

La fascia presa in considerazione muove dunque dai 65 anni in su, non tenendo in considerazione l'indicazione della commissione UE che parla di over 50 perché questa definizione uniforma eccessivamente fasce di popolazione differenti per caratteristiche e necessità ma anche per differenze lavorative in cui finirebbero per coesistere  lavoratori attivi e pensionati.  Spiega il prof. Brambilla: "Il mondo è di fronte alla più grande transizione demografica che l'umanità abbia mai sperimentato. Ciò si tradurrà sicuramente (la demografia, al netto dei fenomeni migratori, è già scritta) per tutti i Paesi avanzati, Italia in primis, in un periodo di invecchiamento della popolazione, che toccherà il suo culmine attorno al 2045/50 per poi vedere una graduale riduzione dell'età media". Secondo le previsioni attorno al 2045 la quota di ultrasessantacinquenni supererà il 34% del totale della popolazione. Continua la relazione: "Sarà quindi necessario studiare nuovi prodotti e nuovi servizi per questa fase, considerando che già oggi, ma il trend aumenterà in futuro, oltre il quasi 30% delle famiglie (il 25,5%) è mononucleare, che i Silver (oltre il 30% della popolazione) hanno i maggiori flussi di reddito, i patrimoni mobiliari e immobiliari maggiori. Risparmio e investimenti saranno indirizzati in prevalenza a proteggersi dai bisogni futuri: solitudine, buona vita in buona salute, assistenza nelle funzione quotidiane e non autosufficienza". 

Occorre guardare in faccia questa realtà e capire le potenzialità della Silver Economy adattando di conseguenza i modelli del lavoro, sanitari, della vita quotidiana rimodulando i rapporti sociali fra le fasce della popolazione più giovane e quella più anziana. Il prof. Brambilla ha spiegato la necessità, per ridurre la spesa sanitaria, di avviare da subito politiche di prevenzione e screening. Non dimentichiamo che la pandemia ha paralizzato questa attività di prevenzione e rischiamo ora di vedere la ripresa di certi tipi di malattie.

Il dibattito seguito alla presentazione

 

Nella presentazione il prof. Brambilla ha in particolare sottolineato la necessità di una seria riorganizzazione del lavoro: " per favorire l'invecchiamento attivo attraverso una revisione dei contratti collettivi che tengano conto della workability, cioè di tutti i fattori (età, stato di salute e ambiente di lavoro, e così via) che consentano ai lavoratori senior di svolgere mansioni con il miglior matching possibile tra fabbisogni aziendali e capacità/competenze, attraverso lo spostamento dei lavoratori più anziani in posizioni meno labour intensive, di mentoring per i più giovani o, in ogni caso, favorendo un minore sforzo fisico a fronte della valorizzazione di una maggiore esperienza tecnica, manuale o di una corporate memory più consolidata".

Il prof. Brambilla ha fatto una stima del valore  della Silver Economy: "Applicando all'Italia la metodica di calcolo adottata dalla Commissione Europea per valutare gli impatti e le dimensioni della Silver Economy nell'Unione, considerando che quasi tutti i redditi degli over 65 saranno spesi in consumi o sostegni a familiari, possiamo calcolare che questo flusso di risorse genera un'occupazione tra i 4,6 e 5,46 milioni di lavoratori ricomprendendo anche le badanti regolari e irregolari, il personale delle RSA e quello medico e i fornitori di beni e servizi acquistati dal Silver. Il dato più basso è stato calcolato dal Centro Studi e Ricerche Itinerari Previdenziali su fonti relative all'Italia mentre il dato più elevato è ricavato applicando la metodica della Commissione UE".  L'impatto sul PIL è fra i 323,5 e i 500 miliardi di euro ossia tra i 20 e il 30% del PIL 2020.

I motivi che inducono a porre grande attenzione alla Silver Economy, spiega Michaela Camilleri in un approfondimento sul sito di Itinerari Previdenziali , sono: "la forte spinta demografica che aumenterà la platea dei beneficiari, l'ammontare della ricchezza detenuta da questi soggetti, le cui caratteristiche principale sono consistenza e stabilità, e la propensione al consumo verso alcuni particolari settori economici, dall'alimentazione alla sanità, dalla casa alla tecnologia" ma resta comunque aperta la domanda di fondo, cioè quale tipo di Paese vogliamo per il nostro futuro, cioè per i nostri figli e i nostri nipoti. 

Come sottolineato da monsignor Vincenzo Paglia nel suo intervento nel dibattito seguito alla presentazione "Dobbiamo reinventarci la società del domani " ma non solo: è necessario un cambio di paradigma. Ha sottolineato il vescovo: "normalmente noi tutti crediamo che la vecchiaia una debacle, un naufragio come diceva De Gaulle... il problema è come affrontare un tempo della vita che tutti pensiamo sia un naufragio, come dare valore a questo tempo attraverso scelte economiche, politiche, culturali  ed anche spirituali"

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