Scuola, investimenti e formazione

(di Edoardo Patriarca, presidente nazionale ANLA) Vi propongo una riflessione sul sistema educativo e formativo del nostro paese alla luce dei futuri investimenti previsti dal PNRR, come spesso ho scritto parliamo di una questione cruciale per la comunità nazionale. Il ministero dell'istruzione ha già lanciato i primi bandi che pesano 5 miliardi, quasi 1/3, sui 17,19 miliardi a disposizione del capitolo istruzione del piano nazionale. Il primo dei 5 avvisi riguarda gli asili e le scuole dell'infanzia (3 miliardi), poi ci sono 400 milioni per le mense, anche per crearne di nuove e favorire l'attivazione del tempo pieno o l'incremento del tempo scuola. Altri 300 milioni sono destinati alle palestre con l'obiettivo di aumentare l'offerta formativa dell'attività sportiva sin dalle prime classi primarie anche oltre l'orario curricolare. 800 milioni serviranno per costruire 195 nuove scuole, altamente sostenibili, con il massimo dell'efficienza energetica, e con l'intento di garantire una didattica basata su metodologie innovative in grado di stimolare la creatività con la consapevolezza che senza la possibilità di usare i nuovi strumenti non è possibile fare una didattica adeguata e preparare gli studenti al mondo del lavoro. I restanti 500 milioni andranno per la ristrutturazione degli istituti e la messa in sicurezza. 

Questi sono i primi passi, ma cerchiamo di darci una prospettiva di futuro, con una certezza di fondo: senza un investimento poderoso sulle persone, sul loro valore, non vi potrà essere né una transizione ecologica né quella digitale. Se il Piano nazionale non avrà un cuore tutto si ridurrà ad una transizione tecnologica governata dall'alto e da pochi, foriera di nuove disuguaglianze, esclusiva piuttosto che inclusiva.

Investire sulle persone è investire anzitutto sul sistema educativo e formativo del paese.

La nostra scuola ha offerto e continua a offrire un'istruzione di buona qualità, sarebbe ingiusto non riconoscerlo. Ma sono altrettanto evidenti i ritardi e i malfunzionamenti: le strutture spesso sono vecchie e insufficienti, la burocrazia eccessiva che affligge la didattica, la professione insegnante non adeguatamente riconosciuta. Ma per crescere le persone hanno bisogno di acquisire conoscenze e competenze, di maturare stili di comportamento corretti, di introiettare le regole che consentono di essere cittadini, per rendersi autonomi ed inserirsi senza ritardi nel mondo degli adulti e in ambito lavorativo. La comunità scolastica, con la famiglia, svolge davvero una funzione insostituibile. È possibile costruire una rinnovata alleanza tra scuola, famiglia e comunità locale? È possibile una coprogettazione anche su questa frontiera assai trascurata? È una sfida che andrebbe raccolta con energia e passione civile: si parla tanto di territorializzazione della sanità, bene territorializziamo anche il "fare educazione" e in questo ambito ci caliamo anche noi come Associazione, nel voler dar vita a un rapporto più assiduo tra ANLA e le scuole per testimoniare con l'esperienza della vita responsabilità, cittadinanza, fiducia, esperienza, in un dialogo fra generazioni che è importante fattore di crescita da ambo le parti... Alcuni autori richiamano tre valori, tre sfide da condividere: l'educazione alla responsabilità, al senso di cittadinanza e alla fiducia nei confronti degli altri. L'assunzione di ciascuno della propria responsabilità è la motivazione di fondo, la molla che può spingere i nostri ragazzi a studiare e a trovare il proprio posto nella società. Così pure il sentirsi cittadini, comprendere cioè   che il tuo progetto personale è indissolubilmente legato a quello degli altri, a quella rete di relazioni che rendono la vita saporita. Non da ultima la fiducia, che non è cieca immedesimazione a ciò che si propone alla nostra attenzione, ma un'apertura seria e rispettosa,  vigile e critica,  alle posizioni dell'altro anche se molto diverse dalle proprie.

(Crediti fotografici: iStock.com/industryview)