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Riforma delle politiche per gli anziani e per i non autosufficienti

(di Edoardo Patriarca, presidente nazionale ANLA) L'attesa Riforma delle politiche per gli anziani e per i non autosufficienti ha ripreso il suo cammino la settimana scorsa, con il varo in Consiglio dei Ministri di un disegno di legge delega che riprende per la gran parte quello adottato lo scorso ottobre dal governo Draghi. È un esempio di buona politica bipartisan di cui sentiamo tanto il bisogno: la riforma è parte degli obiettivi previsti nell'ambito del PNRR che,  se realizzata con i previsti decreti attuativi e soprattutto con risorse adeguate, cambierà in meglio   il welfare per gli anziani fragili, spostando una parte degli interventi sanitari e sociali più verso la dimensione domiciliare. 

La riforma è attesa da decenni, affronta uno dei cambiamenti più profondi della nostra società, ovvero l'invecchiamento della popolazione e la conseguente messa in cantiere di servizi di qualità per i nostri anziani. La riforma impatterà su oltre 14 milioni di persone over 65 (3,8 milioni di non autosufficienti), oltre ai familiari e lavoratori che li accudiscono; metterà a sistema le tre  filiere, servizi sanitari, socio assistenziali e previdenziali, con una progressiva revisione dell'indennità di accompagnamento e la semplificazione delle procedure di accertamento della fragilità dalle attuali 5-6,  oggi necessarie per ricevere gli interventi, a due, una nazionale e l'altra regionale.

Sono due le anime della legge: una che guarda alla tutela e alla  promozione della salute e dell'autonomia di tutti gli anziani e l'altra alle persone più fragili e non autosufficienti. Per questo il previsto Comitato interministeriale per le politiche in favore della popolazione anziana   adotterà due piani triennali: uno per l'invecchiamento attivo, l'inclusione sociale e la prevenzione della fragilità, e l'altro per l'assistenza e la cura della fragilità e della non autosufficienza.

Vediamo di mettere a fuoco le direttrici principali e gli obiettivi che si dà la legge delega. 

Con gli assessorati  regionali, i comuni e le Asl, gli ambiti territoriali sociali e i distretti sanitari, si concorrerà a definire il sistema nazionale per la popolazione anziana non autosufficiente,   mirato su programmazione integrata, valutazione e monitoraggio degli interventi e dei servizi. Si promuoverà    l'armonizzazione dei livelli delle prestazioni sociali e di quelle sanitarie e la cooperazione tra comuni e Asl per fornire a famiglie e caregiver un punto unico di accesso ai servizi;    si riconoscerà il diritto delle persone anziane alla somministrazione di cure palliative domiciliari e presso hospice. Un paragrafo è dedicato al cohousing: non solo vengono promosse forme di coabitazione solidale domiciliare tra persone anziane, ma si apre la strada anche alla coabitazione intergenerazionale, specie con i giovani in condizioni svantaggiate, anche nella forma delle case famiglia. 

Il cuore della delega è l'avvio della prestazione universale graduata che a regime assorbirà anche l'indennità di accompagnamento, con   una clausola di salvaguardia secondo cui la nuova prestazione universale graduata non dovrà valere meno del trattamento ricevuto nel regime precedente (è lo schema che il governo Draghi ha utilizzato per l'assegno unico per figlio quando ha assorbito le voci prima finalizzate al sostegno alla natalità).  La prestazione universale per la non autosufficienza potrà essere richiesta in parte in contributi monetari e in parte in servizi di cura,  entrambi erogati esclusivamente sulla base del reale fabbisogno di assistenza della persona. Non solo, il contributo sarà maggiorato se sarà utilizzato per pagare i servizi di assistenza certificata, raggiungendo in tal modo due obiettivi di valore: il miglioramento dell'assistenza domiciliare con l'emersione del sommerso e, al contempo, il sostegno allo sviluppo di nuovi servizi multiprofessionali e alla qualità occupazionale nel settore della cura.

Sulle risorse non vi nascondo le mie preoccupazioni: oltre a quelle previste dal PNRR e dai fondi  individuati dal governo  Draghi, il nuovo esecutivo ha aggiunto anche il fondo nazionale per le politiche sociali e il fondo per la lotta alla povertà e all'esclusione sociale. Una scelta che non mi tranquillizza. Vedremo.

Se il testo approvato in Consiglio dei Ministri   andrà avanti , come spero, avremo compiuto un passo   importante per il bene della popolazione anziana, per il bene comune di tutta la nostra comunità nazionale. 

Come associazione seguiremo passo dopo passo i prossimi passaggi. 

Non ultimo, il nostro sincero ringraziamento va a Mons.Paglia per il lavoro svolto, e per averci   onorato della sua presenza nelle nostre Summer School.

 

 

(Crediti fotografici: iStock.com/ monkeybusinessimages)

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