Relazioni

(di Edoardo Patriarca, presidente nazionale ANLA) Le notizie per nulla positive stanno affollando da mesi i nostri smartphone, i quotidiani, i talk show televisivi. Le guerre attorno a noi non trovano ancora la via della pace, qualche luce di speranza forse si è accesa nel conflitto tra Israele e Hamas. Le nostre comunità si trovano di fronte a profondi cambiamenti dei modelli di vita, le convinzioni comuni che davamo per condivise e acquisite non lo sono più tanto, la politica che  dovrebbe cercare il maggior bene possibile è contrapposta come non mai e la ricerca di un punto  di equilibrio non è più una virtù civile da praticare con tenacia ma un segno di debolezza o peggio di tradimento. Il disastro umanitario a Gaza e la distruzione lenta di quella architettura internazionale che comunque aveva impedito la deflagrazione di una terza guerra mondiale ci spingerebbe a lasciar perdere, a scendere  in piazza (e molti di noi lo hanno fatto pacificamente).

La nostra Associazione il 2 ottobre ha scelto di celebrare  la Festa dei nonni presentando il Secondo Rapporto ANLA su nonni e nipoti. Sembriamo ingenui, fuori contesto, fuori dalla realtà, ma la scelta di trovarci a Roma è stata per noi una forma di impegno civile ostinato e non rassegnato. 

Noi siamo consapevoli che la pace ha bisogno di buona politica, di una diplomazia orientata alla pace disarmata e disarmante come ci ha ricordato Leone XIV. Ma essa genera buoni frutti solo se i fondamentali che fanno vivere le nostre comunità vengono curati e salvaguardati nella vita quotidiana, da tanti artigiani di pace del giorno per giorno, come li ha chiamati Papa Francesco. I fondamentali sono le relazioni tra le persone, tra le generazioni, tra le comunità, e non di meno le relazioni tra noi in associazione. Relazioni improntate sul rispetto e la difesa della dignità di tutti a partire dai più fragili e vulnerabili, sui doveri di solidarietà, sulla giustizia e sulla continua tessitura di legami di amicizia. 

Un "fondamentale" è la relazione tra nonni e nipoti che quest'anno  abbiamo voluto nuovamente indagare affinché possa aiutarci a promuovere un nuovo paradigma relazionale tra le generazioni. Tra chi la vita l'ha vissuta con impegno talvolta incontrando  fatiche e dolori, e i bambini e le bambine che la vita  l'hanno davanti solo se aiutati e accompagnati da adulti (in questo caso i nonni) che si sentono interpellati a dare buoni consigli, una spinta di coraggio se necessario, o di prudenza, la virtù  che valuta le risorse disponibili e le difficoltà da affrontare per realizzare il proprio progetto di vita. Siamo certi che la lettura del libro di Benedetta Landi con le interviste dei nonni e nonne Anla  aiuterà un po' tutti a rimettere al centro l'impegno educativo di una comunità che voglia essere davvero generativa e capace di speranza. 

Di frequente si parla di comunità educante, in Parlamento sono depositati testi di legge per sostenerne la nascita di nuove: sono coinvolte le famiglie, le scuole, le parrocchie, l'associazionismo e l'intero territorio. Perché il problema non è la "lontananza" degli adolescenti ma l'assenza di adulti appassionati della vita, spesso accartocciati su se stessi, contaminati da un individualismo che mortifica ogni relazione.

Resistenza ostinata e cortese, resistenza appassionata per la vita e resistenza contro le minacce alla dignità, resistenza sorridente per nulla rassegnata, resistenza pacifica di fronte alla violenza, resistenza del "tempo inutile e lento" che sta con i nipoti gustando la bellezza dei piccoli gesti quotidiani. Resistenza nell'esserci per davvero senza chiedere alcunché in cambio, testimoniando il valore della gratuità e ricevendo in dono "solo" una relazione stupefacente e ricca di mistero, quella tra un adulto e un bambino.