L'impegno di tutta la comunità

(di Francesca Goni, fiduciaria ANLA Ravenna) Scioccati dall'episodio avvenuto nella nostra città di Faenza, non possiamo restare insensibili ai casi di femminicidio come questo!  Purtroppo ogni giorno le cronache dei mass media ci informano di fatti estremamente gravi in cui le donne sono vittime.

Nelle storie raccontate dalle vittime di violenza domestica, si apprende che la vittima nel tempo impara a "sopportare" eventi orribili, iniziando così a soffrire di problemi psichici che la spingono alla chiusura e ad una riduzione drastica della sua personale autostima ossia ad avere un atteggiamento eccessivamente critico verso se stessa e a sentirsi costantemente insoddisfatta delle proprie qualità.

Per uscire da questo problema occorre soprattutto far capire alle donne che la denuncia è sacrosanta e che l'uomo che non ci rispetta, che è intollerabilmente geloso, che alza le mani, spesso anche davanti ai figli minori, non ci ama ma è un carnefice e come tale va denunciato. Lo sguardo di un figlio non è mai indifferente a quello che succede tra i genitori dentro la casa, un genitore violento davanti ai figli provoca danni alla loro crescita psichica ed emotiva.

Non dimentichiamo i gravi abusi sui minori e le violenze verso gli anziani i quali non hanno voce per denunciare, è pertanto importante non abbassare mai la guardia perché spesso il fenomeno è chiuso tra le mura domestiche ed occorre l'impegno di tutti per far si che esso emerga.

Per fortuna, a partire dagli anni Settanta sono state date varie risposte legislative e numerosi sono stati gli interventi contro ogni tipo di violenza e in questo ambito a cominciare dallo stalking, sono sorti centri antiviolenza ed associazioni di donne impegnate ed attive in questa lotta, un Ministero delle pari opportunità, case rifugio, ecc.; insomma, tanto si è fatto ma ancora tanto si deve fare.

È necessario un forte impegno su formazione ed informazione in più direzioni: nella scuola per promuovere modelli di relazione interpersonali basati sul rispetto e sulla accettazione della diversità, nelle istituzioni che si occupano dell'assistenza, nei pronto soccorso, nelle questure e nei tribunali, per qualificare la preparazione degli operatori. L'attenzione della Società Civile deve essere rivolta al conseguimento di risultati importanti.

Ci rendiamo conto che è fondamentale come Associazione ANLA essere solidali ad aiutare chi subisce direttamente o indirettamente, la violenza nell'ambito della famiglia, luogo dove si dovrebbe trovare sicurezza, serenità e gioia.

La nostra collaborazione vuole essere un atteggiamento di solidarietà e di supporto visto che questo tipo di violenza, generalmente veicolato da un amore malato, non colpisce solo la vittima ma di riflesso, colpisce con la stessa intensità, i vari componenti delle famiglie stesse; vogliamo pensare al dolore straziante che sono costretti ad affrontare i genitori anziani, che hanno un figlio che ha ucciso o che gli hanno ucciso una figlia. Nella società odierna, questo tipo di violenza si è purtroppo amplificata durante il lockdown, sicuramente alimentata, seppure non voglia essere una giustificazione, da varie frustrazioni come perdita del lavoro, convivenze forzate, chiusure di attività, tasse e debiti insoluti che come conseguenza, in alcuni casi sono sfociati in gravi azioni di violenza.

E' una situazione sociale che impegna e coinvolge tutta la comunità!

E noi come ANLA siamo e saremo sempre presenti!

(Crediti fotografici: iStock.com/Buffy1982)