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Per ricordare don Milani

"Ricorre quest'anno il centenario della nascita di don Lorenzo Milani: come Associazione di adulti abbiamo ritenuto doveroso dedicare i nostri pensieri ad un uomo, un prete, che ha lasciato una traccia indelebile nella storia del paese. Noto soprattutto per la scuola di Barbiana, su don Lorenzo Milani si è scritto tanto, i suoi testi hanno fatto discutere e la sua scuola è stata un modello anche se di repliche non ve ne sono state"spiega il presidente nazionale dell'Associazione Nazionale Lavoratori Anziani (ANLA), Edoardo Patriarca, che  ha nel dialogo fra le generazioni e nell'educazione ai valori del lavoro i suoi punti di forza.

Il metodo di don Milani fu  assolutamente innovativo e radicale, spiega Patriarca:"La scuola impegnava i ragazzi tutto il giorno e tutti i giorni dell'anno; non c'era la ricreazione considerata inutile e uno spreco di tempo; si praticava la tecnica della scrittura collettiva; si leggevano i quotidiani, si discuteva e si scriveva insieme il commento. Erano previste conferenze e incontri settimanali con sindacalisti, politici, intellettuali.La centralità della sua didattica era affidata all'insegnamento della lingua italiana a partire dalla realtà quotidiana, per aiutare i ragazzi a spezzare il circolo vizioso che da sempre produce disuguaglianza e divari tra le classi sociali. Tutto per acquisire un bagaglio di conoscenze e un vocabolario sufficiente per comprendere e partecipare attivamente alla vita lavorativa, sociale e politica. A Barbiana i ragazzi sedevano attorno ai tavoli, non c'era la cattedra: l'educatore, secondo don Lorenzo, doveva essere una figura severa, autorevole, dedicata a formare cittadini sovrani e non"burattini obbedienti", passivi e conformisti; giovani istruiti e solidi per comprendere a fondo le cose della vita, per ragionare con la propria testa e imparare a porre le domande giuste".

Il presidente di ANLA Patriarca auspica per il centenario della nascita la valorizzazione di questa poliedrica figura:"Noi crediamo che il don Milani educatore esigente e appassionato, ancora ci interpella e può aiutarci a leggere il nostro tempo per comprendere e accogliere le sfide educative e formative che ci attendono.

I dati a disposizione sul nostro sistema scolastico ci sono noti, anche troppo. La forte dispersione e gli abbandoni già in fase pre adolescenziale (siamo il terzo paese per abbandoni in Europa), i divari territoriali, la precarietà degli operatori, la scarsa attenzione al mondo dell'educazione e della formazione nonostante gli anni di pandemia, ci rappresentano una scuola lontana dalle periferie, lei stessa una periferia. In difficoltà ad ascoltare e entrare nella vita reale, a rendere uguali valorizzando le differenze, a rendere tutti meritevoli ciascuno con i propri talenti, pochi o tanti che siano. La scuola pensata da don Lorenzo è invece  un'impresa collettiva: include tutti, crea un linguaggio comune e una cittadinanza condivisa, educa al piacere di imparare e alla curiosità verso il sapere. Non è la scuola del"programma"da svolgere a tutti i costi. Nella sua scuola don  Milani aveva appeso al muro la frase in inglese"I care", che significa"mi interessa","mi sta a cuore".

Pensiamo che questo sia il motto che meglio interpreta il lascito di don Lorenzo, troppo spesso tradito: ci sta a cuore l'educazione dei bambini e dei giovani, ci sta a cuore la scuola tutta e la formazione continua, ci stanno a cuore gli insegnanti e gli operatori, ci stanno a cuore i papà e le mamme alleati fondamentali, ci sta a cuore un sistema educativo sentito come impresa collettiva e nevralgica per la vita delle comunità.

Questo a nostro parere è il più bel modo per ricordarlo e per celebrare il centenario della sua nascita: un impegno rinnovato a mettere al centro degli investimenti futuri l'educazione dei bambini e delle bambine, senza lasciare indietro nessuno". A noi di Anla"ci sta a cuore".

Per ricordare, divulgare la figura di questo straordinario sacerdote, educatore e uomo di pace, ANLA Toscana darà vita a Firenze a due incontri, nell'ambito del Festival dell'Italia gentile, giunto alla terza edizione: lunedì 30 ottobre alla Sala Consiglio Quartiere 4 Villa Vogel, dalle 10 alle 12.30 e venerdì 3 novembre alla Scuola Pirandello dalle10 alle 12.30. Parteciperanno Fiorenza Ciullini (presidente ANLA Toscana), Sandra Passarotti (scrittrice), Edoardo Patriarca (presidente ANLA Nazionale). Lettura e recita di Marco Mazzoni

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