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Pensare l'interconnessione (sintesi dell'intervento di Simone Morandini)

Non è facile parlare di speranza in un tempo così difficile, in un tempo che sembra volerci togliere le parole per declinare tale espressione. Ci si sente come se le fondamenta del mondo fossero improvvisamente divenute fragili, come se le stesse pareti delle nostre case avessero perso la loro solidità. Quattro onde minacciano di travolgere la città degli uomini: la Pandemia, la recessione, la guerra drammatica e distruttiva, la crisi ambientale. Negli scenari attuali la più letale è potenzialmente l'ultima, la crisi ambientale, la meno direttamente percepibile, ma è anche l'onda più alta, nel lungo termine più foriera di conseguenze globali. Da qui muove lo sguardo del professor Morandini, pur tenendo conto anche delle altre dimensioni: gli scenari climatici sulla scala di qualche decennio; la Biodiversità dove parliamo di estinzione, non la nostra ma delle molte estinzioni "quotidiane"; la salute, le zoonosi cioè le malattie che compiono il salto di specie, ma anche le vittime dell'inquinamento. 

Edoardo Patriarca, Antonello Sacchi, Simone Morandini 

 

Il rapporto JPIC, cioè l'intreccio di Giustizia, Pace e Salvaguardia del Creato invita a pensare l'interconnessione, il multidimensionale. Il rapporto Pace e terra - guerra e degrado: il degrado ambientale è un fattore che contribuisce a generare le guerre, la corsa agli armamenti ha un costo ambientale anche solo in termini di energia impiegata, e il costo ambientale della guerra stessa, che distrugge ad un tempo esseri umani e città, ma devasta anche vite animali, piante ed ecosistemi. Siamo catturati in un vortice senza uscita e senza prospettive? Dobbiamo limitarci a curare il proprio particulare, restringendo i nostri orizzonti? Cedere alle passioni tristi, che tolgono le forze? Sono in molti, giovani e meno giovani, che hanno vissuto con grande fatica il tempo della pandemia e segnatamente i lunghi lockdown; per tanti e tante esso è divenuto così un tempo di degrado esistenziale, segnato da una crescita del disagio psicologico e da tensioni familiari sfociate talvolta in violenza. Chi si sente racchiuso entro la negatività rischia di distruggere se e gli altri. Coltivare la speranza, come sguardo sull'ulteriorità, diviene invece un modo di attivare risorse potenti, di far germinare energie inattese. Dove attingere la speranza? I piccoli gesti di prossimità, la vicinanza, il coraggio che sbocciano talvolta come dal nulla, la bellezza che stupisce, che suscita in noi promesse di felicità possibile ma abbiamo bisogno anche di radici più forti: narrazioni di speranza; la tradizione biblica. Una passione di futuro. Shalom: la potenza del sogno, non solo assenza di guerra ma Risurrezione: primavera di nuova creazione, un nuovo inizio. L'enciclica del Papa Laudato sii è un grande libro di speranza e il prof. Morandini ne cita il nr. 205: "Eppure, non tutto è perduto, perché gli esseri umani, capaci di degradarsi fino all'estremo, possono anche superarsi, ritornare a scegliere il bene e rigenerarsi, al di là di qualsiasi condizionamento psicologico e sociale che venga loro imposto. Sono capaci di guardare a sé stessi con onestà, di far emergere il proprio disgusto e di intraprendere nuove strade verso la vera libertà".

 

Edoardo Patriarca, Simone Morandini 

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