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Organizzare la speranza

(di Edoardo Patriarca, presidente nazionale ANLA) Si è conclusa a Trieste la Settimana sociale dei cattolici "Al cuore della democrazia. Partecipare tra storia e futuro". Più di mille i partecipanti che hanno invaso le piazze della città: nella prima giornata l'intervento del Presidente Mattarella, mentre la chiusura è stata affidata  a Papa Francesco. Se il testo del Presidente ha avuto la forma di una vera e propria lectio magistralis sulla democrazia, l'intervento di Papa Francesco, più breve, ha utilizzato il format delle parole della vita concreta, diretto e senza interlocuzioni, parafrasi o citazioni dotte, salvo i riferimenti a Giuseppe Toniolo, Aldo Moro e Giorgio La Pira

Riprendo la traccia del suo pensiero dal quale penso possiamo trarre suggerimenti per aiutarci come persone singole, comunità locali e come associazione a rinnovare la promessa del nostro impegno per il bene comune.

"Oggi la democrazia, diciamo la verità, non gode di buona salute. Questo ci interessa e ci preoccupa, perché è in gioco il bene dell'uomo, e niente di ciò che è umano può esserci estraneo". E prosegue  "la partecipazione non si improvvisa: si impara da ragazzi, da giovani, e va allenata, anche al senso critico rispetto alle tentazioni ideologiche e populistiche".  I luoghi nei quali impariamo la partecipazione e ad allenarci alla democrazia sono i luoghi del civile organizzato: le scuole,  le imprese,  il sindacato, le associazioni, le parrocchie, gli oratori, i circoli culturali, lo sport. Certo, c'è anche la partecipazione  nelle istituzioni alla vita della Repubblica attraverso i partiti e i movimenti politici, ma mai dimenticare che le palestre nelle quali noi adulti ci siamo educati sono state quelle del civile, del nostro convocarci in associazione per condividere e decidere. Ma siamo stati sempre all'altezza della sfida o piuttosto abbiamo latitato? Ci siamo accontentati, e ci siamo ritrovati solo per la mera gestione ordinaria e per abitudine? Quanta passione civile abbiamo messo dentro le nostre azioni e i nostri progetti? L'astensionismo in generale non  è un po' colpa nostra?

"La democrazia richiede sempre il passaggio dal parteggiare al partecipare, dal "fare il tifo" al dialogare" raccomanda Francesco. Abbiamo dimenticato l'arte del dialogo: un arte per davvero, perché chi dialoga e sa farlo è un artista di relazioni umane, un tessitore di trame e orditi, di rammendi accurati quando il tessuto comunitario si sfrangia; un artista che si sottrae alle polarizzazioni con cui conviviamo da anni e che inevitabilmente hanno impoverito il pensiero. Nell'arte del dialogo nessuno si sente escluso e inutile, nessuno si sente scartato. Ma quante volte, con sciatteria, e magari in buona fede, abbiamo invece escluso, per comodità, per accomodarci sul buon vivere benpensante che di buono ha ben poco?

"Una democrazia dal cuore risanato continua a coltivare sogni per il futuro, mette in gioco, chiama al coinvolgimento personale e comunitario. Sognare il futuro. Non avere paura" , ancora Papa Francesco. È un interpello non solo ai giovani assai numerosi a Trieste ma soprattutto a noi adulti "anziani", i più impauriti e confusi che hanno rinunciato a fare gli allenatori di futuro tra i giovani. Tentati a "tirare i remi in barca", la nostra generazione fatica a comunicare una esperienza di vita che comunque sia, pur nelle difficoltà, è stata una esperienza al futuro. Allenare al futuro tutti i giorni è saper scrutare gli orizzonti della vita quotidiana, esercitare il pensiero critico, fare discernimento con le persone amiche e più vicine, saper valutare le energie e le risorse disponibili sul campo. 

" Il lavoro politico [non]  è prendere spazi: no! È scommettere sul tempo, avviare processi, mi raccomando, nella vostra vita sociale, abbiate il coraggio di avviare processi, sempre". È un invito a fare associazione perché i processi sono possibili solo insieme, processi per dare voce soprattutto ai tanti che non l'hanno, per denunciare le ingiustizie quando è necessario e proporre soluzioni per curare e affrontare le cause.

Organizzare la speranza: "Questo è un compito vostro, di organizzare. Organizzare anche la pace e i progetti di buona politica che possono nascere dal basso". Noi raccogliamo l'invito di Papa Francesco, con le nostre risorse, con le nostre iniziative piccole o grandi che siano, e con il nostro fare democrazia nel rinnovare gli organismi associativi per i prossimi quattro anni.

 

 

 

(Crediti fotografici iStock.com/ Drazen Zigic)

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