(di Edoardo Patriarca, presidente nazionale ANLA) Ci siamo lasciati l'anno scorso nel nome della convivialità, l'amore per le diversità e per la pace come pratica nella vita quotidiana. Papa Francesco il 24 dicembre ha appoggiato la mano sulla Porta Santa della Basilica di San Pietro in Vaticano, dando così il via alla celebrazione dell'Anno Santo, intitolato alla Speranza. "Questa è la notte in cui la porta della speranza si è spalancata sul mondo; questa è la notte in cui Dio dice a ciascuno: c'è speranza anche per te!". Una speranza che richiede di non indugiare, "di non sostare nelle abitudini e nella pigrizia". Perché "la speranza non è morta, la speranza è viva, e avvolge la nostra vita per sempre".
Ha fatto seguito il saluto del presidente Mattarella la sera del 31 dicembre con parole molto simili: "... libertà, democrazia, dedizione all'Italia, dignità di ciascuno, lavoro, giustizia. Sono valori che animano la vita del nostro Paese, le attese delle persone, le nostre comunità... Siamo chiamati a consolidare e sviluppare le ragioni poste dalla Costituzione alla base della comunità nazionale. È un'impresa che si trasmette da una generazione all'altra. Perché la speranza non può tradursi soltanto in attesa inoperosa. La speranza siamo noi. Il nostro impegno. La nostra libertà. Le nostre scelte".
Sono pensieri che ci rincuorano in un epoca segnata da troppe incertezze e timori per il futuro. Ma può accadere anche il contrario, che le paure prendano i nostri cuori tanto da far apparire questi pensieri buoni solo per anime belle e per sognatori fuori dalla realtà.
ANLA nacque 76 anni fa all'indomani della fine del secondo conflitto mondiale: in un paese distrutto e segnato da una lunga dittatura, diviso e contrapposto politicamente, i nostri genitori furono capaci di ricostruire attorno ad alcuni valori - quelli citati dal Presidente Mattarella - la struttura portante che avrebbe dato vita alla nostra Repubblica. Che non è solo lo Stato e l'amministrazione pubblica ma un "soggetto complesso e plurale, comprensivo delle istituzioni centrali e di quelle locali, nonché della società civile, individualmente considerate, ma soprattutto in sinergia fra loro".
La Repubblica, e la nostra associazione che ne è parte fin dalla sua nascita, vive ad opera dei tanti artigiani tessitori che quotidianamente rafforzano le relazioni esistenti e ne costruiscono di nuove nel segno del rispetto della dignità di ogni persona e nella consapevolezza che essa si realizza dentro una trama comunitaria e di amicizia sociale. Artigiani di pace li chiamerebbe Papa Francesco, spazi e luoghi nei quali si riscopre il bello del fidarsi l'uno dell'altro nel tempo del sospetto e della paura; del valore della cooperazione piuttosto che la rivolta sociale o il conflitto permanente che vede solo la sconfitta e l'annullamento dell'altro; della condivisione di obiettivi comuni nel rispetto delle diversità e della ricchezza di un pluralismo che genera nuove opere, nuove imprese.
Noi siamo qui.
Anche la nostra associazione vive di relazioni di fiducia, di cooperazione e condivisioni. In questo si fa testimone di una speranza operosa, senza "sostare nelle abitudini e nella pigrizia". E fa la Repubblica, insieme a tanti.
Buon 2025.
(Crediti fotografici: iStock.com/ phakphum patjangkata)
Non sei ancora
iscritto ad ANLA?
Scopri come entrare a far parte dell'Associazione.
Convenzioni
Scopri tutte le offerte e convenzioni riservate esclusivamente agli associati ANLA
scopri di piùEsperienza
La rivista mensile di attualità, cultura e informazione della nostra Associazione. Per i soci anche online.
scopri di piùNewsletter
Iscriviti alla nostra mailing list per ricevere tutte le notizie e gli aggiornamenti dell'Associazione.