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Luca Fabbri - Il futuro è oggi (sintesi)

Amare quello che sarà: questo slogan, apparentemente semplice, è invece molto impegnativo perché richiama la capacità di progettare il proprio futuro, la disponibilità di continuare a sognare in una realtà politica, economica e sociale sempre più difficile ed incerta.

Il primo punto è quello di perseguire i propri sogni, di avere una visione.

La pandemia, la guerra alle porte, i cambiamenti climatici, i problemi delle risorse energetiche e naturali, l'economia che vede dinamiche che non si presentavano da decenni, da un lato rendono arduo ipotizzare quale sarà la nostra vita nei prossimi anni, dall'altro stanno spingendo gli individui a vivere avendo un orizzonte di breve se non di brevissimo termine nella consapevolezza, acquisita bruscamente, della caducità della vita. Mi ha molto colpito il fenomeno che sti sta verificando negli ultimi mesi dell'aumento delle dimissioni di quasi il 50% dei lavoratori dipendenti dalle proprie imprese.

Il dott. Fabbri ha intitolato il suo intervento "il futuro è oggi" a seguito della riflessione che in un contesto come quello attuale dobbiamo avere la forza e la volontà di sognare, di progettare di pensare al modello di Società e di vita che desideriamo domani e lo dobbiamo fare ora.

Quello che sarà lo decideremo solo se avremo il coraggio di ripensare profondamente agli elementi fondanti della nostra Società: la Scuola, la Famiglia ed il Lavoro.

Luca Fabbri, Edoardo Patriarca, Carla Collicelli

La scuola ha la necessità di essere profondamente riformata per renderla più efficace e vicina alle necessità del mondo del lavoro. La nostra attualità dimostra che in presenza di alti tassi di disoccupazione le imprese non riescono a soddisfare i propri fabbisogni di personale a dimostrazione di un preoccupante gap di competenze. Le politiche attive sono e saranno sempre più importanti, la formazione e la qualificazione e riqualificazione professionale saranno fondamentali, in Italia ci sono due milioni di persone che risultano inattive, ovvero che non studiano e non lavorano. L'unica leva efficace per aggredire questa drammatica situazione è rappresentata dalla formazione. Dobbiamo rafforzare e consolidare la collaborazione del mondo del lavoro con Istituti Scolastici, Scuole di formazione ed Università nelle attività di orientamento degli studenti, nella elaborazione dei programmi di studio, nella docenza con la partecipazione di Responsabili delle Aziende, nei percorsi esperienziali attraverso visite didattiche e tirocini, nella definizione di progetti di ricerca condivisi.

Altro tema centrale è quello della famiglia, l'organizzazione lavorativa e delle nostre comunità non ha certamente favorito lo sviluppo di una equilibrata vita familiare. La difficoltà a trovare un modello sociale, economico e culturale che renda compatibile la sfera lavorativa con quella familiare ha portato ad una crisi demografica progressiva ed inarrestabile. Dobbiamo rimettere al centro della nostra Società la famiglia ricercando ogni innovazione utile a perseguire la conciliazione dei tempi di lavoro e la cura della famiglia per assicurare una giusta qualità di vita. Alla luce del trend demografico, diventa indispensabile pensare al fenomeno dell'immigrazione come ad una risorsa, facendo un salto di qualità nella sua gestione, mettendo come elemento centrale quello delle competenze. Dobbiamo favorire l'acquisizione di quelle capacità e competenze di cui la nostra Società ha bisogno: Ingegneri, Tecnici, Medici ma anche saldatori, carpentieri, personale sanitario, ecc. come ha cominciato a fare qualche Paese dell'area anglosassone come il Canada.

Il tema del lavoro è legato all'Impresa. L'Impresa ha dimostrato in questi ultimi anni una forza ed una resilienza che hanno garantito la tenuta sociale ed economica del nostro Paese.Il trend appare chiaro ed inequivocabile le aziende, più sensibili per necessità di sopravvivenza, sono più veloci e rapide ad adattarsi ai cambiamenti e stanno mutando rapidamente. La sostenibilità è diventata un fattore competitivo: il benessere dei dipendenti, il rapporto con il territorio e con tutti gli stakeholders, la sensibilità ambientale sono diventati priorità aziendali. 

I corpi intermedi, tra cui primaria importanza hanno le associazioni, nel recente passato sono stati oggetto di attacchi e di critiche e frettolosamente definiti come inutili sovrastrutture, ma il contesto che si è venuto a creare ne ha portato a riaffermare l'importanza e la centralità soprattutto nelle dinamiche sociali e ci ha resi consapevoli che rappresentano un collante fondamentale e un elemento di forza del nostro Paese.

Secondo il dott. Fabbri l'ANLA per sua natura può svolgere un'azione importante nel favorire i cambiamenti negli elementi fondanti della nostra Società perché ha nelle proprie persone con i loro valori e la loro esperienza e nelle sue finalità, una forza straordinaria per costruire un mondo più giusto, più sostenibile, più meritocratico e solidale che possa fare amare il futuro soprattutto alle prossime generazioni.

Questi cambiamenti saranno possibili solo se ciascuno di noi torni ad essere "cittadino" e che si affermi la consapevolezza che non può esistere un benessere personale ed individuale se non ci sarà un benessere collettivo. 

 

Luca Fabbri e Edoardo Patriarca

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