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L'Associazione è il luogo naturale del volontariato sociale

(di Edoardo Patriarca, presidente nazionale ANLA) Da otto anni il 4 ottobre, in virtù della legge nr. 110 del 14/07/2015, è il "Giorno del Dono", aggiungendo ulteriore significato ad una data già importante di per sé in quanto è la festa del patrono d'Italia san Francesco d'Assisi. Da allora il Giorno del Dono è   festa della Repubblica, una festa laica che vuole ricordare  valori spesso dimenticati e sviliti da una cultura segnata da un efficientismo fine a se stesso, da un forte tasso di individualismo, da una razionalità strumentale che dà merito solo ad obiettivi concreti, da un'economia che immagina gli uomini egoisti e impegnati solamente a curare il proprio interesse,   un'economia di mercato che crede di poter vivere soltanto nello scambio tra equivalenti.

La celebrazione del Giorno del Dono vuole restituire ad una dimensione pubblica i valori della gratuità, della generosità, della fiducia, dell'impegno civile e del servizio al bene. Senza questi valori non esiste una comunità e neppure sopravvive un'economia di mercato, come hanno confermato gli economisti in numerosi studi e ricerche. I papi Benedetto XVI, nell'enciclica Caritas in veritate, e Francesco, nella Fratelli tutti, hanno scritto su questi temi pagine illuminate e memorabili.

È una giornata che riscopre come ideale prezioso l'impegno a costruire relazioni di reciprocità, di fiducia e di amicizia in un tempo certamente complicato, segnato dalla solitudine e dall'opinione diffusa che tutto sia dovuto. Può diventare un deposito di senso anche per la vita associativa, per rigenerarla giorno per giorno e per combattere le tossine che possono, al contrario, disgregarla. 

Nella mia lunga esperienza associativa ne ho viste tante, ve ne accenno alcune.

Un'associazione non è spazio del conflitto fine a se stesso da cavalcare con protervia e portare avanti; è invece il luogo della presa in carico dei contrasti, della loro composizione in un'ottica di responsabilità. Non è lo spazio della competizione e dell'invidia o del ruolo per il ruolo, del piccolo potere personale:   il ruolo è servizio e impegno verso gli altri, e per questo è riconosciuto e stimato, un servizio teso ad innescare movimenti virtuosi, per il bene della collettività.

L'Associazione non è neppure lo spazio di pochi che decidono per tutti: al contrario è il luogo della partecipazione, della corresponsabilità, dai gruppi locali sino al livello nazionale: se manca questa maturità subentra il "qualunquismo da bar" che porta ad accusare il livello nazionale di fare poco dimenticando il poco che viene fatto nel proprio gruppo.

L'Associazione è il luogo nel quale le parole sono pronunciate con prudenza e accortezza: il chiacchiericcio è una tossina terribile, avvelena la rete associativa. Ci vuole al contrario un sano "pudore" che mantenga il rispetto degli altri e anche della necessaria riservatezza che non è mancanza di trasparenza ma premura per la vita associativa: se i verbali di un consiglio direttivo vengono diffusi e utilizzati da coloro che non sono più in associazione per indebite intromissioni si compie una azione nefasta.

L'Associazione è il luogo naturale del volontariato sociale: alcuni anni fa c'è chi lo ha ritenuto una minaccia per il futuro della nostra associazione, forse non conoscendo completamente il significato di queste parole. Esse sono, al contrario, il cuore di una associazione, perché si mette al centro  il valore della gratuità, di chi non chiede nulla in cambio, di coloro che comprendono e vivono intimamente la convinzione che il dono più grande ricevuto e donato è la bellezza di una relazione  e la costruzione di amicizie. È questo il senso dell'azione sociale e volontaria, che, va detto, non nasce a caso: va incoraggiata e curata tutti i giorni, non è solo un fare ma è un fare animato dalla consapevolezza di svolgere un atto "politico", della polis cioè della società in cui viviamo, a volte profetico, soprattutto quando ci si mette a fianco alle persone più fragili. 

Le Associazioni, compresa la nostra,  vivono se alimentano e promuovono stilipubblici improntati a   premura e amore per le parole belle, dalla pazienza e alla capacità di gestire conflitti; associazioni di amici non chiuse in se stesse, ma sempre pronte ad aprirsi  a nuove esperienze

Un pensiero finale che forse già conoscete: il mio padre spirituale (ormai in paradiso) mi ha sempre raccomandato: "Edo non sentirti mai a credito verso gli altri, sarai un infelice; sentiti invece a debito per il tanto che hai ricevuto, per il debito di amore che hai verso i tuoi cari e le persone che ti hanno accompagnato verso la maturità". Oggi, aggiungo, a debito nei vostri confronti. Grazie di tutto.

 

 

(Crediti fotografici: iStock.com/ marchmeena29)

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