Home > Blog > L'emergenza educativa

L'emergenza educativa

(di Edoardo Patriarca, presidente nazionale ANLA) Vi propongo una riflessione che apparirà lontana dai temi associativi più ricorrenti. Penso sia doveroso per noi  giovanianziani poggiare uno sguardo attento, premuroso, e critico se necessario, su quanto accade ai ragazzi e alle ragazze in questo tempo assai avaro con loro. 

E'   nota la disattenzione che il mondo degli adulti e le istituzioni stanno riservando agli adolescenti - lo ha ricordato spesso il Presidente Mattarella:   la mancanza di cura e di accompagnamento prima o poi   presenta il conto, sia all'interno di famiglie dove i soldi non mancano (l'ingresso nelle baby gang è dovuto al "vuoto" che si respira in casa), sia nelle periferie dove si è investito poco in generale e per nulla nell'integrazione delle seconde generazioni - per la gran parte italiani- di famiglie straniere. 

Le vicende raccontate sui giornali  di baby gang protagoniste in rapine, aggressioni  e scontri  ci  interrogano come adulti, padri e madri, nonne e nonni, educatori e insegnanti. Perché l'educazione e il prendersi cura delle giovani generazioni sono il cuore del bene comune: quante volte lo abbiamo riflettuto dentro la nostra associazione e nelle Summer school!

Vi offro alcuni pensieri, assai parziali, su un aspetto che mi ha inquietato: le violenze sempre più frequenti alle ragazze.

Un primo appunto è che non basta chiedere   più forza e presenza della polizia, e neppure l'inasprimento delle pene; sono utili, certo, ma va rafforzata la cultura di solidarietà  e messo in campo un controllo sociale diffuso e pervasivo per contrastare quelle sub culture -anche nostrane- che esaltano la figura del "maschio dominatore".

È  un dato di realtà che molti di questi giovani - in parte di seconda generazione di famiglie straniere - provengono da un retroterra culturale intriso di una cultura sociale che esalta la  supremazia dell'uomo sulla donna, a tal punto da giustificare trasgressioni e comportamenti neotribali   del "noi" contro tutti gli "altri" ritenuti territorio di caccia e di conquista, soprattutto se sono ragazze. Dobbiamo prenderne atto senza reticenze, non per emarginare o  veicolare infiniti pregiudizi e stereotipi sui cittadini stranieri, ma per curare le ferite nelle nostre periferie, per includere e ritessete tele comunitarie consunte e sfilacciate.

Nelle  città, nei quartieri, le bande   giovanili si muovono come se non avessero nulla da perdere, per nulla intimorite da eventuali pene; è un mondo  declinato al maschile, arrabbiato e rancoroso con il paese di origine e con il paese in cui risiedono. Sono ragazzi che viaggiano di lato alla nostra vita, li percepiamo estranei se non stranieri. E invece sono italiani per la gran parte, spesso provengono da famiglie che vivono un disagio sociale ed economico accentuato dalla pandemia. Una generazione frammentata e poco omogenea, divisa tra chi si è  integrato e chi si è rassegnato alla ghettizzazione etnica.

Voltarci dall'altra parte? La questione è più seria di quanto si voglia vedere: in un paese che  invecchia e con il più basso tasso di natalità, perdere una  generazione di nuovi italiani è un lusso che non ci possiamo concedere, non solo per questioni di demografia ma per fedeltà ai valori costituzionali, e all'umanesimo di cui è intrisa la nostra storia . Non è concepibile che passi una cultura rassegnata, assopita e ripiegata sul culto dell' io, che conosce il disagio di tanti adolescenti (accentuato dai lockdown ) ma senza muovere un dito.

Più scuola, più associazionismo, più sport, più attività culturali che valorizzino e rispettino  le diversità per edificare una convivialità delle differenze generativa e duratura. E più adulti capaci di trasmettere la passione per una vita buona conquistata giorno dopo giorno, talvolta nella fatica, nell'esercizio di quelle virtù morali e civili care a noi tutti. Non "fervorini moralistici" inascoltabili ai giovani ma la testimonianza umile di un sapere che solo la vita praticata per una intera esistenza fa maturare. Un dono offerto ai nostri ragazzi senza protervia, accompagnandoli a scoprire i germogli che la vita annuncia.

 

(Crediti fotografici: iStock.com/ Prostock-Studio)

Non sei ancora
iscritto ad ANLA?

Scopri come entrare a far parte dell'Associazione.




convenzioni anla

Convenzioni

Scopri tutte le offerte e convenzioni riservate esclusivamente agli associati ANLA

scopri di più

rivista esperienza


Esperienza

La rivista mensile di attualità, cultura e informazione della nostra Associazione. Per i soci anche online.

scopri di più

Newsletter

Iscriviti alla nostra mailing list per ricevere tutte le notizie e gli aggiornamenti dell'Associazione.