(di Antonello Sacchi) Lavoro, inverno demografico, previdenza... Papa Francesco, nel ricevere lunedì scorso i dirigenti e dipendenti dell'INPS in udienza, ha scattato un'istantanea del momento attuale, suggerendo anche le opportune vie da percorrere. L'intervento va letto nella sua interezza, mi permetto alcune sottolineature.
Il legame fra le generazioni è un tema che alla nostra Associazione è molto caro, da anni diciamo che le generazioni devono essere in dialogo perché solo così si contribuisce alla costruzione del bene comune. Non solo parole, ma fatti concreti. Dice il Papa: "La meritata pensione di un lavoratore, infatti, si sostiene non solo grazie ai suoi anni di lavoro, ma anche sul fatto che c'è qualcuno che, attraverso la sua attività, sta pagando concretamente la pensione di altri. In sostanza, un forte legame tra le generazioni è il presupposto perché la previdenza funzioni". Parlare di previdenza ci aiuta a comprendere che tutto è connesso, interdipendente: "la vita sociale sta in piedi grazie a reti comunitarie solidali. Il bene comune passa attraverso il lavoro quotidiano di milioni di persone che condividono il principio del legame solidale tra i lavoratori" e al sistema pensionistico contribuiscono anche i lavoratori stranieri che ancora non hanno la cittadinanza italiana. Se davvero vogliamo parlare di bene comune, dobbiamo comprendere che nessuno è escluso, che ad esso concorrono attraverso il lavoro quotidiano, "milioni di persone che condividono il principio del legame solidale tra i lavoratori".
Tre sono gli appelli che il pontefice rivolge, per una previdenza all'altezza delle sfide attuali: no al lavoro nero che "falsa il mercato del lavoro ed espone i lavoratori a forme di sfruttamento e di ingiustizia"; no all'abuso del lavoro precario, perché la precarietà "non può protrarsi in eccesso; altrimenti, finisce per portare sfiducia, favorisce il rimando delle scelte di vita dei giovani, allontana l'ingresso nel sistema previdenziale e incrementa la denatalità"; sì al lavoro dignitoso, "che è sempre «libero, creativo, partecipativo e solidale». La previdenza è una forma di partecipazione al benessere proprio e degli altri. Mettere da parte risorse economiche e garantire l'accesso alla sanità sono beni preziosi che sanno tenere insieme le diverse stagioni della vita".
Un discorso solo economico? Un discorso solo politico? Direi un discorso "integrale" cioè totale, olistico, che riguarda la persona umana nella sua interezza e dignità. La creatura umana è persona, è razionalità e spiritualità, ce lo ricorda Giovanni Paolo II nell'enciclica Fides et ratio: "La fede e la ragione sono come le due ali con le quali lo spirito umano s'innalza verso la contemplazione della verità." Papa Francesco in questi anni e nell'enciclica Laudato sì in particolare parla di "ecologia integrale" per sottolineare come tutto sia connesso e le parti siano fra loro correlate: ecologia, sviluppo, sostenibilità, dignità della persona, spiritualità...
Francesco all'inizio di questo suo intervento ricorda tre "ricchezze" italiane di cui non si parla abbastanza: gli oratori nelle parrocchie, il volontariato, le istituzioni che da oltre un secolo lavorano per il bene delle persone. Tutto ciò ha per il Papa radici salde nella Sacra Scrittura: la cattiva previdenza, tipica di coloro che si rinchiudono in se stessi, nelle false sicurezze, e la buona previdenza che, come il patriarca Giuseppe quando divenne governatore dell'Egitto, si prende cura delle persone in futuro, duellano sempre, immagine delle tensioni che attraversano la società.I politici siano saggi, siano "previdenti" si facciano dunque guidare dal criterio della fraternità e sappiano far discernimento, "evitando di sprecare le risorse quando ci sono e di lasciare le future generazioni in grave difficoltà".
Appelli che già nella prossima Festa del Lavoro possono tornare di attualità per un concreto cambio di passo.
(Crediti fotografici: iStock.com/ Smederevac)
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