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La realtà è più importante dell'idea

(di Edoardo Patriarca, presidente nazionale ANLA) In due momenti la nostra Associazione ha incontrato Papa Francesco, il 16 dicembre del 2019 in occasione del 70esimo della sua fondazione, e il 25 settembre 2024 per consegnare in anteprima il primo Rapporto ANLA sui Nonni. 

udienza 16 dicembre 2019

 

In entrambe le occasioni non sono mancati i riconoscimenti per le attività che svolgono le realtà di Anla sui territori. Dono e gratuità nell'animare il bene comune e soprattutto dialogo e ascolto con le generazioni più giovani sono stati i passaggi più significativi che Papa Francesco ci ha donato. Lo ha fatto con le parole della vita quotidiana, le parole frequentate da tutti, non per questo banali o scontate come concluderebbero affrettatamente coloro che si dichiarano dotti e sapienti sempre e comunque. Perché la realtà è più importante dell'idea, afferma Papa Francesco nell'esortazione apostolica Evangelii gaudium: la vita va amata per quella che è,   accolta e raccontata con le parole giuste per comprenderla senza manipolarla, come spesso accade; scoprire in essa l'esistenza del "limite" e al tempi stesso i germogli di speranza che vi abitano; la fragilità accanto alla forza generativa che essa può produrre; la fatica del crescere e diventare adulti accanto allo stupore della vita che sopraggiunge tutti i giorni; la pauradi fare amicizia accanto alla gioia di aprire un nuovo capitolo della propria vita; il timore a mantenere fede ad una promessa data accanto alla promessa che finalmente si compie; il corpo che invecchia, sempre più infragilito, accanto ad una sapienza e libertà mai conquistate prima. La realtà è superiore alla idea ci ha voluto ricordare Papa Francesco, accolta nel suo limite e per questo portatrice di una speranza autentica. La vitaper quella che è (la famiglia, la comunità cristiana, il lavoro, l'associazione), non quella che immaginiamo, non quella dei bei tempi che mai sono esistiti, evocati più che altro  a giustificazione   del proprio disimpegno. La vita amata per quella che è, dalla quale ripartire ferialmente con rinnovato impegno e senza la quale non potremmo pensarci persone dipendenti l'uno dall'altro, connessi con tutto ciò che ci circonda. La vita non è una playstation, un videogioco come la propongono i social media: ricordiamolo sempre ai nostri figli e nipoti. La linea dell'orizzonte sul mare, il crinale delle montagne ci pongono un limite, ci rammentano la nostra fragilità ma  al contempo sono un perenne invito ad oltrepassarlo, a gettare il cuore oltre gli ostacoli.

Un secondo pensiero proposto da Papa Francesco, per me illuminante, è quando afferma, sempre nella Evangelii gaudium, che il tempo è superiore allo spazio, un passaggio che ripropone la verità sulla vita e sulla testimonianza che ognuno di noi dovrebbe dare. Il tempo inizia i processi, lo spazio li cristallizza: quante volte è accaduto nel nostro impegno lavorativo, sociale e politico di occupare spazi di potere o ritenuti tali? Una scrivania, un ruolo che ingessa tutto e impedisce una qualsiasi trasformazione in positivo, un titolo per un titolo, una anzianità di servizio centrata su se stessi e incapace di accompagnare il nuovo. Papa Francesco ci ricorda che la misura del nostro impegno è nel generare processi di fraternità, di partecipazione e corresponsabilità ovunque siamo presenti. Anche in Associazione, non un titolo per un titolo ma l'impegno a prendersi cura e costruire relazioni vere e autentiche. Su questo saremo misurati e ricordati. 

 

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