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La nostra storia - 1953

Il 1953 si apre con una tragedia: un'inondazione di ingenti proporzioni colpisce nella notte fra il 31 gennaio e il 1 febbraio le coste di Olanda, Belgio, Inghilterra e Scozia causando oltre duemila morti. Il 5 marzo muore Stalin: l'URSS ne dà notizia il giorno successivo. Il 2 maggio viene incoronato re Faysal II d'Iraq;  il 29 maggio l'uomo conquista il monte Everest: Edmund Hillary e Tenzing Norgay sono sul tetto del mondo. Il 2 giugno Elisabetta è incoronata regina; il 26 luglio Fidel Castro dà inizio alla rivoluzione cubana mentre il 27 viene firmato l'armistizio che pone termine alla guerra di Corea. Il 7 settembre Nikita Krusciov è eletto segretario del Comitato Centrale del PCUS, il Partito Comunista dell'Unione Sovietica. In Italia il 10 febbraio il Parlamento approva la legge nr. 136 che dà vita all'Ente Nazionale Idrocarburi, ENI. Il 31 marzo viene approvata la legge elettorale nr. 148/1953 che viene definita "legge truffa" perché prevede un premio di maggioranza che assegna il 65% dei seggi alla lista o coalizione che supera il 50% dei voti. In realtà la legge non troverà mai applicazione. L'11 aprile sulla spiaggia di Torvaianica presso Roma viene rinvenuto il cadavere della giovane Wilma Montesi: il risultato delle successive indagini provocherà un grande scandalo. Il 28 luglio Alcide De Gasperi chiede invano la fiducia alla Camera per il suo ottavo governo: non riuscendovi, è costretto alle dimissioni. Sarà Giuseppe Pella a formare il nuovo Governo, in carica dal 17 agosto. Il 30 agosto a Lugano Fausto Coppi vince il titolo iridato di ciclismo su strada. Ottobre segna l'inizio della crisi con la Jugoslavia: l'8 Gran Bretagna e USA decretano la fine del governo militare alleato a Trieste, il ritiro delle truppe dalla Zona A del Territorio Libero e il suo ritorno all'amministrazione italiana. Il maresciallo Tito due giorni dopo minaccia l'occupazione militare; dal 4 al 6 novembre vi sono violente manifestazioni a Trieste.  
 

Esperienza apre il numero di gennaio - il periodico è diventato ora un mensile - ponendo attenzione a ciò che definisce "un dramma", cioè l'incremento di fatti di cronaca nera che hanno i giovani come protagonisti. L'autore, Lino Caciagli, sottolinea che non si può dare la colpa a traumi bellici - la guerra è finita da ormai 8 anni - né alla disoccupazione ma occorre "tornare all'antico. Non anticipiamo i tempi con lo spingere i ragazzi a diventare uomini" . La disoccupazione è sentita come problema rilevante: dei 19,4 milioni di "forza lavoro" di allora, il 7% è disoccupato con oltre 700mila giovani in cerca di prima occupazione. Una soluzione potrebbe essere la proposta della Conflavoro di esentare artigiani e piccoli imprenditori dal pagamento delle assicurazioni sociali per gli apprendisti. L'attenzione alle pensioni è sempre presente: è di qualche mese prima  la presentazione al Ministero  del Lavoro di un'ampia relazione in materia di legislazione previdenziale, "Istanze ed attese", con in particolare due sollecitudini: il miglioramento delle pensioni attuali e di più prossima liquidazione, "un'istanza nuova", e la sistemazione di casi di "scopertura assicurativa", "un'attesa". Il presidente onorario dell'ANLA Vittorio Valletta sottolinea il fatto che sugli anziani pesano due responsabilità: "costituire una salda compagine per assistere e difendere le aziende; essere di esempio mirabile per le giovani generazioni che entrano ora nel mondo del lavoro". Il ministro Rubinacci afferma che "La battaglia delle relazioni umane nel campo del lavoro deve diventare la nobile missione dei lavoratori anziani di azienda. Nessuno più di voi può combattere questa battaglia, tanto è grande il vostro prestigio nel confronto degli altri lavoratori degli stessi datori di lavoro. Se questo clima di relazioni umane voi saprete stabilire, se saprete vincere questa vostra grande battaglia, anche il problema della partecipazione dei lavoratori alla vita aziendale potrà trovare in modo positivo o risoluzione attraverso il canale della cooperazione rappresentata dai Consigli degli anziani di azienda". Il 1953 celebra il quinto Congresso nazionale dell'ANLA "nella spontanea dilatazione del movimento di esperienza e responsabilità, nella valorizzazione aziendale, nell'alto riconoscimento dello Stato afferma la volontà dell'antenato operoso a costituirsi zona di equilibrio della nuova società italica". Si tratta di un Congresso particolarmente significativo perché a rendere più solenne la cerimonia si aggiunge il conferimento di onorificenze a coloro che "nel segno della fedeltà collaborativa hanno ben meritato della patria nel suo progredire morale economico e sociale". È il conferimento dell'onorificenza del lavoro. Rileggiamo quanto scrive il giornale Esperienza nell'aprile 1953, è storia di ANLA, è storia del nostro paese: "L'abbinamento tra le due celebrazioni ha un significato di tutta evidenza: la legge che ripristina l'onorificenza del lavoro fu voluta sollecitata e suggerita nella nuova impostazione dall' Associazione quale tangibile espressione dell'apprezzamento nazionale al lavoro nella sua più elevata manifestazione: la collaborazione al processo creativo%u2026 Abbiamo chiesto che la decorazione fosse connessa al titolo di maestro del lavoro come attestazione di un magistero morale di vita e di costume%u2026  ma questo riconoscimento ha anche una finalità più direttamente sociale: è il magistero del lavoro che entra costruttivo nella società e se il maestro nella comunità aziendale ha il vessillo dell'anzianato, rispetto ai giovani egli assume la responsabilità morale, l'impegno di questo magistero nell'attestazione che il ben fare non è vano costume di vita".

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