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Indipendenza energetica e sicurezza alimentare

(di Edoardo Patriarca, presidente nazionale ANLA) Stiamo scoprendo le ricadute sociali e sanitarie provocate dalla lunga pandemia da Covid 19. A queste si è  aggiunta  inaspettata  (non  per chi osservava con preoccupazione  l'annessione  illegale    della Crimea e le rivendicazione sul Donbass della Russia) per tutti noi, increduli, la guerra in Europa. Mai avremmo immaginato di assistere ad un conflitto così devastante e disumano a pochi km da casa nostra.

I drammi più terribili dell'invasione russa sono vissuti dai cittadini ucraini che muoiono sotto le bombe, o in esilio dalla loro amata terra. Confermiamo il nostro sostegno incondizionato, solidale e di vicinanza. Ma   le  conseguenze saranno durature e profonde anche per le nostre vite e per il  futuro dei giovani,   soprattutto per le fasce sociali  più povere: lo stiamo  già sperimentando nel settore energetico e in quello alimentare. Su questi due aspetti vorrei proporvi alcuni spunti di riflessione.

È noto che in ambito energetico la Russia gioca un ruolo centrale soprattutto per il gas naturale di cui è  il secondo produttore e il primo esportatore mondiale,  tanto che la UE ne dipende per il 40%. Il conflitto ucraino ha già provocato in Italia   nel primo trimestre 2022 un aumento dei costi  del 131% per l'energia elettrica e del 94% per il gas. Ci troviamo nel cuore della transizione energetica, non più differibile, evocata in questi anni e sostenuta dal Pnrr: dobbiamo renderci finalmente indipendenti dalle importazioni di combustibili fossili e avviare la nuova stagione green di energie rinnovabili di cui il nostro paese è potenzialmente ricco. Coinvolgerà tutti i settore produttivi  e i nostri stili di vita, in agenda anche l'eventuale ripresa del nucleare di nuova generazione, questione assai delicata sulla quale non mi avventuro viste le mie scarsissime competenze.

Accanto al tema energia si aggiunge l'aumento dei prezzi delle derrate alimentari che nel caso italiano è dovuto principalmente ai  costi di trasporto cresciuti per l'aumento dei prezzi di carburanti.  In altri paesi - soprattutto in Africa- l'aumento  dei  prezzi dei prodotti alimentari è indotta dalla   riduzione  delle esportazioni agricole da Russia e Ucraina, che insieme producono il 31% del grano tenero commercializzato a livello globale e il 32% dell'orzo. Gia nel marzo 2022, un mese dopo l'inizio del conflitto, si registrava un aumento del  prezzo del grano del 30% , aumento che ha colpito in particolare l'Africa che  importa dall'estero il 29% del proprio fabbisogno di cereali con punte che arrivano al 72% in Algeria, al 60% in Tunisia, al 42% in Egitto. Una dipendenza provocata dalle scelte irresponsabili  dei governi locali che hanno privilegiato la produzione di caffè, cacao,  olio di palma e altri prodotti per l'esportazione, piuttosto che la produzione di alimenti ad uso interno. Non si è più  investito sull'agricoltura locale e sul lavoro dei contadini dando così origine a una agricoltura   debole e   vulnerabile di fronte alle sfide dei cambiamenti climatici.  A pagarne le conseguenze saranno le famiglie più povere, anche  in Italia. L'onda lunga degli effetti dell'invasione russa in Ucraina è già arrivata sulle nostre tavole e appare destinata a ingrossarsi nei prossimi mesi. Anche se le ostilità finissero nelle prossime settimane, la raccolta dei cereali  del ciclo  autunno/primaverile appare problematica  visto che la gran parte di queste colture è ubicata nel sud dell'Ucraina, la zona più coinvolta nel conflitto. Come per il settore energetico, in Italia e in Europa  si tratterà di avviare politiche di incentivi per rivalorizzare l'impresa agricola migliorando qualità e produttività. L'obiettivo   è l'autosostentamento, soprattutto nei momenti di crisi.  Gli investimenti in Agricoltura 4.0, lo sviluppo di varietà sicure non solo per la salute umana e del pianeta ma pure resistenti alle calamità naturali  e ai rischi legati al cambiamento climatico,  la riduzione dei costi e l'aumento di produttività indotta da ricerca e innovazione tecnologica avviati in questi ultimi  anni  lasciano ben sperare. 

Indipendenza energetica e sicurezza alimentare, cioè  il diritto di tutti i popoli ad alimenti nutritivi e accessibili, prodotti in forma sostenibile ed ecologica, sono due delle  sfide che ci troveremo ad affrontare insieme,  noi, ma soprattutto i nostri figli e nipoti, con il cuore la speranza: "Amare quello che sarà".

 

 

(Crediti fotografici: iStock.com/Ben-Schonewille)

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