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Il rapporto annuale di Fondazione Migrantes

(di Edoardo Patriarca, presidente nazionale ANLA) Il rapporto annuale di Fondazione Migrantes, organismo della Conferenza Episcopale Italiana, sui connazionali nel mondo, ci offre uno spaccato del nostro Paese, sconosciuto a molti, che può aiutarci a comprendere il tempo che stiamo vivendo. Vediamo alcuni dati.

Il nostro Paese ha perso in un solo anno lo 0,5% della popolazione residente;  sono in crescita i nostri espatriati (più 2,7% negli ultimi 12 mesi che diventa più 5,8% a partire dal 2020); al gennaio 2022 i cittadini italiani iscritti all'AIRE, l'anagrafe degli italiani all'estero, erano 5,8 milioni. Il migrante italiano è prevalentemente un maschio sotto i 35 anni, il 47% parte dal mezzogiorno, il 37% dal Nord, il restante dal Centro. La maggior parte sono emigrati in paesi europei (78,6%), il 14,7% in America, il 6,7% in Asia e Oceania.  Le comunità italiane più numerose vivono in Argentina, a seguire Germania, Svizzera, Brasile e Francia. 

Proviamo a trarre alcune considerazioni per  una fotografia più nitida sui flussi migratori che coinvolgono l'Italia e per  smentire anche  stereotipi e luoghi comuni. Il primo: si è solito affermare che l'Italia da paese dell'emigrazione si è trasformato negli anni in paese di immigrazione. È una affermazione smentita dal Rapporto di Fondazione Migrantes che precisa che il numero degli italiani all'estero ha superato quello degli stranieri residenti in Italia: "Negli ultimi difficili anni di limitazione negli spostamenti a causa della pandemia, di recessione economica e sociale, di permanenza di una legge nazionale per l'immigrazione sorda alle necessità del tessuto lavorativo sociodemografico italiano, la comunità dei cittadini italiani ufficialmente iscritta  all'Anagrafe Italiani Residenti all'Estero (AIRE) ha superato la popolazione di stranieri regolarmente residente sul territorio nazionale".  Non  esiste dunque solo il flusso migratorio verso l'Italia, quello sul quale si concentra l'attenzione dei media anche in questi giorni, bensì, come dimostra l'indagine, l'Italia è anche  terra di emigrazione.

Secondo spunto di riflessione: tra coloro che lasciano il territorio nazionale, i giovani italiani rappresentano la fetta più consistente. Parla ancora  il Rapporto di Fondazione Migrantes: "È da tempo che i giovani italiani non si sentono ben voluti dal proprio Paese e dai propri territori di origine, sempre più spinti a cercare fortuna altrove. La via per l'estero si presenta loro quale unica scelta da adottare per la risoluzione di tutti i problemi esistenziali... ". Gli interrogativi che ci siamo posti nelle nostre conversazioni settimanali rimangono intatti e irrisolti. Le generazioni più giovani sono le più trascurate sul versante dell'istruzione e della formazione e su quello dell'inserimento lavorativo  che li vede precari e sottopagati.  Per questa grave manchevolezza della politica e di coloro che hanno responsabilità nell'economia e nella imprenditoria,  ogni anno perdiamo migliaia di giovani, spesso i più formati e attrezzati da un punto di vista professionale. Lo ha   precisato    il Presidente della Repubblica  nel messaggio inviato in  occasione della presentazione del rapporto: "Il nostro Paese deve aprire una adeguata riflessione sulle cause di questo fenomeno e sulle possibili opportunità che la Repubblica ha il compito di offrire ai cittadini che intendono rimanere a vivere o desiderano tornare in Italia". E ancora: "A partire sono principalmente i giovani e tra essi giovani con alto livello di formazione, per motivi di studio e di lavoro. Spesso non fanno ritorno, con conseguenze rilevanti sulla composizione sociale e culturale della nostra popolazione".

Una associazione di adulti anziani come la nostra può dare un contributo utile su  temi complicati e divisivi, ma cruciali per il paese: ricordare che molti dei nostri genitori sono stati migranti, soprattutto interni  e che i giovani non meritano il medesimo destino, salvo sceglierlo liberamente e senza alcuna costrizione. 

 

 

 

Crediti fotografici: iStock.com/ mirsad sarajlic

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