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Il Presidente della Repubblica

(di Edoardo Patriarca, presidente nazionale ANLA) La prossima settimana i "grandi elettori" si troveranno in Parlamento per eleggere il tredicesimo presidente della Repubblica che, come recita l'articolo 87 della Costituzione, è garante dell'unità nazionale e giura fedeltà alla Repubblica e alla Costituzione (articolo 91). In questo passaggio così cruciale per il Paese vale la pena, brevemente, ricordare  le funzioni che sono assegnate al capo dello Stato. La Presidenza si trova in una posizione di parità e di indipendenza rispetto agli altri organi dello Stato e svolge sostanzialmente tre funzioni. Quella legislativa: invia messaggi alle Camere e può scioglierle anticipatamente, indice il referendum abrogativo, promulga  le leggi (veto sospensivo), emana decreti-legge e legislativi, nomina 5 senatori a vita. Quella esecutiva: nomina il Presidente del Consiglio e i Ministri, i funzionari amministrativi (ambasciatori) e gli esperti del CNEL (Consiglio Nazionale dell'Economia e del Lavoro), ratifica i trattati internazionali e conferisce onorificenze, firma la dichiarazione di guerra e dirige le forze armate. Infine quella giudiziaria: presiede il CSM (Consiglio Superiore della Magistratura) e nomina 5 giudici della Corte Costituzionale, concede la grazia (una volta sola per mandato) e commuta le pene. 

Il Quirinale, sede del Presidente della Repubblica

Il quadro qui solo accennato ci consegna un organo costituzionale non proprio "ornamentale" come taluni pensano, è il contrario e la storia ce lo conferma; in questi ultimi decenni, spesso faticosi e difficili, i presidenti hanno svolto un ruolo centrale per la tenuta democratica del paese, dei tessuti comunitari e di quello imprenditoriale. 

Ora ci troviamo al secondo anno di emergenza da pandemia: accanto a quella sanitaria che oramai condiziona tutti gli aspetti della vita quotidiana, si affianca una emergenza economica per nulla conclusa, incerta e fragile nonostante i buoni risultati dell'anno passato. Ne siamo consapevoli, lo percepiamo e lo viviamo sulla nostra pelle: troppe sono le spinte centrifughe che stanno bloccando il sistema istituzionale, aumentano altresì le differenze territoriali come pure la contrapposizione tra garantiti e i tanti che non lo sono, l'inverno demografico e l'aumento delle disuguaglianze.  L'elezione del Capo dello Stato coincide con questo "tornante" che, con la straordinaria quantità di risorse messe a disposizione dalla UE, può annunciare una stagione nuova per il Paese, soprattutto per i giovani come ha ricordato il Presidente Mattarella nel discorso dell'ultimo dell'anno. 

Ecco perché ci aspettiamo in questo frangente che le voci, nel rispetto delle legittime diversità politiche, si uniscano   per scegliere il tredicesimo presidente della Repubblica, una persona giusta e solida che accompagni il ri-sorgimento da tutti atteso e desiderato. Se non accadesse dovremmo prendere atto, con sofferenza e con immenso dispiacere, che la crisi ventennale del sistema istituzionale e della rappresentanza politica rimane drammaticamente irrisolta.

Non ultimo, ANLA ha un rapporto sconosciuto a molti con la Presidenza della Repubblica: il primo maggio di ogni anno, in occasione della Festa del Lavoro e della consegna delle Stelle al merito, il presidente di ANLA interviene per primo nella cerimonia, propone una riflessione sul lavoro di fronte al Capo dello Stato e al ministro del Lavoro. 

 

(Crediti fotografici: iStock.com/Photo Italia LLC)

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