Il nostro stile di vita

(di Edoardo Patriarca, presidente nazionale ANLA) La nostra generazione ha già vissuto una crisi provocata dall'aumento dei costi energetici: ricordate le domeniche a piedi e l'austerity in risposta all'aumento del greggio dopo la guerra arabo israeliana del Kippur? La crisi si ripresenta oggi, diversa ma con tratti similari. Ci prepariamo alla stagione invernale con inquietudine, colti di sorpresa:   se all'inizio del 2022 le previsioni economiche ci consegnavano uno scenario positivo dopo lo shock  generato dalla pandemia, l' improvvisa  guerra in Ucraina  ha innescato una  crisi mondiale di cui non conosciamo appieno gli effetti sul futuro prossimo. Le sanzioni comminate alla Russia, l'impennata dei prezzi di gas e petrolio, il blocco dei porti del Mar Nero   con il crescente rischio di una crisi delle materie prime, hanno determinato la revisione al ribasso delle stime di crescita per quest'anno e per il 2023. 

Proviamo a focalizzarci sugli aspetti più critici.

C'è innanzitutto l'inflazione che seconda la stima  di Eurostat  è salita ad agosto al 9,1%. L'inflazione come è noto è terribilmente selettiva, colpisce le famiglie con i redditi più bassi, l'aumento della povertà sarà uno degli effetti collaterali della crisi energetica.

Poi si aggiungono i tassi di cambio: la stretta monetaria operata dalla FED sta contribuendo a rafforzare sensibilmente il dollaro con un effetto negativo per l'eurozona;  l'indebolimento dell'euro, se da un lato rende le esportazioni verso gli USA più competitive, dall'altro non fa che rendere le importazioni  ancora più costose, danneggiando le economie di trasformazione come la nostra.  

Un altro fattore di criticità è l'aumento dei costi dell'energia. È questa la sfida più urgente  a cui sono chiamati  i Governi nazionali. Non sarà semplice, la riduzione dei prezzi si persegue solo con politiche condivise a livello europeo, da soli non si va da nessuna parte. L'imposizione di un price cap per il gas, le misure di natura fiscale a livello nazionale (tassazione di extra-profitti, sussidi alle fasce sociali più penalizzate) e l'affrancamento dalle forniture di gas russo, sono scelte necessariamente europee, senza nulla togliere alle responsabilità dei singoli governi nazionali. 

Da ultimo non vanno dimenticate le tensioni internazionali che possono contribuire ad aumentare il grado di incertezza. il prolungamento del conflitto in Ucraina, l'effetto diluito nel tempo delle sanzioni alla Russia, i venti di guerra tra Cina e Taiwan  per ora scongiurati, non aiuteranno la ripresa, anzi.

Se questi sono alcuni dei principali fattori che incideranno sulla vita di famiglie e imprese per parte nostra possiamo trarre qualche insegnamento sul tempo che vivremo? È possibile trascorrere questo passaggio difficile con gli occhi della speranza senza cadere nella rassegnazione o nel cinismo che incattivisce l'animo?

Già nel lungo lockdown provocato dalla pandemia abbiamo riappreso il valore delle relazioni, riscoperto il dolore della solitudine e la sollecitudine a prendersi cura delle persone più fragili, e la preziosità del noi rispetto all' io ipertrofico. 

La crisi energetica, il cambiamento climatico e la mancanza di acqua, se vogliamo abitare da cittadini responsabili, ci costringeranno a rivedere positivamente i nostri stili di vita e un sistema di consumo insostenibile e dissipativo. Non consumare acqua inutilmente, non tenere il riscaldamento in casa a temperature estive, non sprecare cibo, utilizzare l'auto solo se necessario (per fare alcuni esempi), sono segni di una vita più sobria e più vera, più lenta e meno nevrotica, più rispettosa dei beni comuni senza i quali non vi è comunità ma  solo monadi solitarie e intristite. 

"Fare associazione", condividere valori ed esperienze, oggi ha più valore che mai per attraversare questo tempo. È un dono che non va sprecato.

(Crediti fotografici: iStock.com/ Everste)