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I valori valgono sempre

(di Edoardo Patriarca, presidente nazionale ANLA) Questa volta vi proporrò una riflessione che vi apparirà fuori tema dal nostro contesto associativo. Ma penso che i valori valgano sempre, in ogni ambito in quanto non hanno recinti o limitazioni. 

Vorrei parlarvi del femminicidio di Saman Abbas, a Novellara, un paese vicino a Carpi,  città in cui risiedo. Temo infatti che non vi siano più speranze di ritrovare in vita la giovane. Vorrei parlarvene con franchezza senza  mettere in campo il solito "politicamente corretto", parlarvi anche dei silenzi di questi giorni. L'ipotesi dell'omicidio di Saman, giovane diciottenne è una violenza brutale che sembrerebbe motivata, se confermata, da una visione della realtà e della fede musulmana oscurantista, da rapporti sociali di sottomissione, e dalla esclusione delle donne dalla vita della comunità. Due negazionismi si sono ritrovati: da una parte il silenzio di coloro che hanno distolto lo sguardo per il timore di essere accusati di islamofobia, o di non rispettare le diversità; dall'altra parte  i difensori di una purezza etnoculturale che nega le diversità, le combatte, le vuole espungere, le condanna a prescindere.

 

Possiamo scrivere un pensiero addolorato, giusto e senza timori su Saman? Ho scritto   in occasione del 2 giugno una breve riflessione sulla nostra carta costituzionale soffermandomi sul principio di libertà religiosa,   irrinunciabile per la democrazia. Unica condizione posta è che le fedi siano coerenti con i principi della Carta: la dignità delle persone, di tutte le persone, l'uguaglianza, la libertà di scegliere e  perseguire i propri obiettivi... Si ritiene siano circa 2000 le giovani musulmane italiane costrette a sposarsi nei paesi d'origine, per noi una "tradizione" non  tollerabile, come non lo sono l'infibulazione o l'impedimento alle   ragazze di proseguire gli studi. Decisioni di famiglie sotto  dominio maschile, ancorate a tradizioni tribali e ad una visione oscurantista della religione insopportabile alle   seconde generazioni presenti nel Paese. La nostra società ha tanti vizi, li conosciamo, ma anche tante virtù conquistate dopo un cammino di battaglie e sacrifici. 

A quelle virtù noi non rinunciamo. 

Non tutti hanno scelto il silenzio, l'Unione delle comunità islamiche italiane (Ucoii) nei giorni scorsi bene ha fatto a porre una "fatwa" (un parere religioso) sul tema delle nozze combinate: "il matrimonio è una relazione di vita fondamentale tra due parti, uomo e donna, che si legano con una prospettiva duratura e che ha come essenza l'esigenza e l'accettazione dei coniugi. Una relazione che non può che basarsi su un consenso libero e volontario, senza coercizione o costrizione."

Per parte nostra, ANLA è un' associazione composta da uomini e donne onorevoli, darà sempre il suo contributo fattivo a difesa dei valori della dignità umana, spazio e ascolto alle  tante Saman troppo  sole nelle  battaglie per il diritto alla vita.

 

(Crediti fotografici: iStock.com/GIANFRI958)

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