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Gli Stati Generali della Natalità

(di Antonello Sacchi) Sono in corso di svolgimento a Roma gli "Stati Generali della Natalità" per riflettere su un tema, uno dei pochi, davvero non divisivo ma che ci accomuna tutti: l'inverno demografico. Il saldo, negativo, registrato nel 2022 in Italia fra nuove nascite (392.598), ancora in calo rispetto all'anno precedente, e decessi (713.499) è pressoché pari alla popolazione di una città come Bari, come ha sottolineato in apertura dei lavori il Presidente della Fondazione Natalità Gigi De Palo, che abbiamo avuto nostro relatore alla Winter School ANLA del dicembre scorso: è come se ogni anno una città italiana sparisse. Di culle vuote e di pochi nuovi nati ne abbiamo parlato a lungo ma forse non abbastanza e si avverte la necessità di una nuova narrazione della natalità: è comunque tempo di mettere in atto, confermare, incentivare, migliorare le contromisure di welfare, di fiscalità, di assistenza che agevolino le famiglie italiane che desiderano mettere al mondo più figli. 

Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, nel messaggio inviato per l'occasione, sottolinea: "Alle Istituzioni compete la responsabilità di attuare politiche attive che permettano alle giovani coppie di realizzare il loro progetto di vita, superando le difficoltà di carattere materiale e di accesso ai servizi che rendono ardua la strada della genitorialità. Si tratta di una puntuale prescrizione della Costituzione che, all'art. 31, richiama la Repubblica ad agevolare "con misure economiche e altre provvidenze la formazione della famiglia e l'adempimento dei compiti relativi, con particolare riguardo alle famiglie numerose". Proteggendo "la maternità, l'infanzia e la gioventù, favorendo gli istituti necessari a tale scopo". Politiche abitative, fiscali e sociali appropriate, conciliare l'equilibrio tra vita e lavoro, sono questioni fondamentali per lo sviluppo delle famiglie. Il tema interpella in particolare i giovani, costretti, sovente, a rimandare il proposito di formare una famiglia in attesa di "tempi migliori", posticipando l'esperienza della genitorialità fino, a volte, alla definitiva rinuncia".

Il past president di Istat, Gian Carlo Blangiardo, nel suo intervento in dialogo con De Palo, sottolinea: "Le difficoltà nel conciliare maternità e lavoro rappresentano, tra le altre cause, una dei principali motivi di rinvio (che spesso diventa rinuncia) dei progetti riproduttivi delle famiglie italiane.  I dati sui tassi di occupazione - minimi in presenza di figli piccoli e massimi per le donne single - sottolineano come il rischio di allontanamento dal lavoro sia un fattore determinante nello spiegare la «domanda di figli insoddisfatta». Ciò si coglie con maggiore evidenza sia per le donne con minore istruzione, sia per quelle che vivono nel Mezzogiorno d'Italia". 

La "domanda di figli insoddisfatta", è, spiega il past president Istat, "intesa come differenza tra ciò che le donne avrebbero voluto e ciò che hanno effettivamente realizzato è almeno pari a 0,7 figli per donna e raggiunge quasi un figlio (0,91) per le generazioni più recenti per le quali è possibile stimare la fecondità finale (donne nate nel 1983-1987)". Non dobbiamo dimenticare che meno figli significa anche un impoverimento, anzi un assottigliamento, delle reti parentali e il conseguente aumento della difficoltà nel welfare familiare, ad esempio nell' aiutare gli anziani che saranno in numero sempre maggiore. 

Auspica Blangiardo: "Dove si riuscisse a portare il numero medio di figli per donna dall'attuale 1,24 a 1,60 nel 2030 si avrebbe modo di raggiungere l'obiettivo di convergenza a mezzo milione di nati nel 2030. Per giungere a ciò si dovrebbe intervenire con misure che anticipino la fecondità di primo ordine - agendo sulla formazione di coppie stabili e sui tempi della primogenitura - e che favoriscano il passaggio al secondo ordine e a quelli di livello superiore (tramite significative azioni di conciliazione e di cura). Di fatto la fecondità di primo ordine dovrebbe passare dall'attuale livello di 590 primogeniti per 1000 donne a 760, quella di secondo ordine da 478 a 610 e quella di ordine terzo e più da 184 a 230. Questi sarebbero i parametri di un PNRR nel segno di una riconquistata «vitalità»". 

Domani, venerdì 12 maggio, agli Stati Generali della Natalità sono attesi Papa Francesco e il Presidente del Consiglio dei Ministri Giorgia Meloni.

 

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