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G7, il Papa e l'IA

(di Edoardo Patriarca, presidente nazionale ANLA) La novità del G7 in Puglia è stata  la presenza per la prima volta di un Pontefice ad una delle  sessioni programmate. Papa Francesco è intervenuto in quella dedicata ai temi "Intelligenza artificiale, Energia, Africa e Mediterraneo", sessione allargata anche a Paesi che non  fanno parte del Summit e alle organizzazioni umanitarie più significative a livello globale.

Una novità che ha dato un po' di colore ad un Summit delle "democrazie a economia di mercato" che da tempo ha ormai perduto quel potere decisionale sulle sorti del "mondo libero", tempo fa contrapposto storicamente a quello "comunista e delle economie di Stato". Non v'è dubbio che i "7 grandi" si trovino a gestire uno dei momenti più difficili e caotici della politica mondiale negli oltre trent'anni del loro incontrarsi. Appaiono sempre più deboli di fronte a cambiamenti vorticosi, in difficoltà a comprendere le traiettorie comuni da perseguire in un tempo tra l'altro nel quale le sfide a cui devono dare risposte non passano più nelle loro uniche mani come accadeva soltanto una ventina di anni fa. È tanto vero che al Summit dei 7 paesi più industrializzati ormai partecipano stabilmente le Nazioni ritenute essenziali per sciogliere i nodi e risolvere i problemi che questa epoca così complessa e difficile pone all'intero pianeta. Cito solo alcuni esempi tragicamente attuali: è chiaro a tutti che la crisi Ucraina non è nelle mani del G7 ma in quelle degli Usa e della Cina; come pure la soluzione del conflitto a  Gaza che non può prescindere da Israele e dal lavoro di mediazione dei paesi mediorientali; così pure i "Piani Mattei" in Africa che senza gli africani e un confronto chiaro e determinato con Cina e Russia  non hanno alcuna possibilità di successo. 

Se questo è la cornice dello stato di salute del G7, e di questo G7 a gestione italiana, l'intervento di Papa Francesco ha un valore ancora più pregante, un contributo ricco di contenuti e prospettico per disegnare un futuro di speranza da vivere e praticare nel presente con operosità.

Sull'impatto delle nuove tecnologie, con particolare riferimento alla IA, Papa Francesco ha evidenziato i rischi che l'umanità corre di fronte ad un loro uso irresponsabile, in  particolare sulla IA attorno alla quale si addensa una sfida antropologica da fa tremare le vene. È una tecnologia in vorticoso sviluppo che può favorire enormi opportunità ma che porta con sé anche rischi e problematiche altrettanto grandi. Non sfugge a nessuno che alcune formidabili applicazioni della IA possono risultare estremamente pericolose per l'umanità. Si pensi al controllo del linguaggio nella comunicazione in un ambiente sempre più mediale che potrebbe minacciare la libertà delle persone, la loro stessa interiorità, per essere subdolamente  eterodiretti nella vita personale e sociale. Come sono indubbie le potenzialità positive per una nuova organizzazione del lavoro più attenta alla dignità dei lavoratori, ma altrettanto pericolose le potenziali disuguaglianze introdotte dall'uso massiccio dei robot. Per non parlare del campo della difesa militare nella produzione di armi autonome, i cosiddetti killer robot, che potrebbero estromettere gli individui dalle decisioni e dalla possibilità di esercizio del controllo, attenuando la responsabilità personale e rendendo  i processi bellici, già disumani, ancora più terrificanti. "Nessuna macchina dovrebbe mai scegliere di togliere la vita ad un essere umano, condanneremmo l'umanità ad un futuro senza speranza se si sottraesse alle persone la possibilità di decidere su se stesse e sulla loro vita, condannandole a dipendere dalle scelte delle macchine" ha dichiarato con parole nette Papa Francesco.

Il testo completo meriterebbe attenzione da parte di tutti i responsabili mondiali, spero davvero non venga messo nei cassetti, ma aiuti la politica ad uscire da un pensiero povero di prospettive, impregnato dal qui e ora, dall'emergenza continua e fondato su un falso realismo cinico e cattivo. Non a caso Papa Francesco non ha rinunciato a parlare dell'urgenza di "Una buona politica per la pace. Può funzionare il mondo senza politica? Può trovare una via efficace verso la fraternità universale e la pace sociale senza una buona politica? La nostra risposta a queste ultime domande è: no! La politica serve!".

 

 

(Crediti fotografici: iStock.com/ Shutter2U)

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