(di Edoardo Patriarca, presidente nazionale ANLA) Ogni anno ANLA vive in modo particolare la Festa del Lavoro: questo 1° maggio l'Associazione Nazionale Lavoratori Anziani lo dedica all'impresa in tutte le sue forme e al valore della partecipazione dei lavoratori.
Un disegno di legge proposta dalla CISL, al voto in Senato per il secondo passaggio, ha dato finalmente voce ad uno degli articoli forse meno conosciuti della nostra Costutuzione, l'articolo 46, che stabilisce che "Ai fini della elevazione economica e sociale del lavoro e in armonia con le esigenze della produzione, la Repubblica riconosce il diritto dei lavoratori a collaborare, nei modi e nei limiti stabiliti dalla legge, alla gestione delle aziende".
Un articolo che propone una visione dello sviluppo economico e della crescita sociale davvero lungimirante puntando sulla collaborazione attiva e propositiva dei lavoratori nella creazione di spazi aziendali di bene comune. Contrariamente ad altre nazioni, dove varie forme di collaborazione vedono i lavoratori direttamente coinvolti nella gestione aziendale (penso ai rappresentanti dei lavoratori tedeschi che siedono nei consigli di amministrazione, oppure al Giappone, dove il processo di «autonomazione» consente anche all'ultimo degli operai di collaborare al miglioramento delle procedure), in Italia questo non è ancora accaduto.
Una prospettiva fino ad oggi rimasta nel cassetto nonostante il tema della partecipazione dei lavoratori nella produzione del valore di azienda sia tornato al centro dell' attenzione di molte imprese. Non la sola partecipazione contrattuale che prevede che ogni lavoratore partecipi alla creazione del valore attraverso l' impegno lavorativo retribuito, ma il suo coinvolgimento anche nei processi decisionali valorizzando le competenze maturate, ingegno e creatività, le soft skill da offrire per la crescita dell'azienda.
Non solo, la partecipazione può contribuire a rafforzare il clima collaborativo nei rapporti con gli altri, migliorare la qualità del lavoro e risollevare le sorti di molte aziende in bilico tra crisi e voglia di rinascita. Si tratta di riproporre una cultura di impresa fondata sulla fiducia, sul reciproco rispetto, sulla condivisione delle responsabilità. Una impresa intesa come comunità che promuove lo sviluppo integrale della persona sul posto del lavoro, la trasparenza, gli standard civici ambientali e lavorativi, la lotta contro la corruzione e il lavoro indegno. Sono valori spesso dimenticati, messi da parte e travolti dagli indici di efficienza e di efficacia, dell'andamento delle quotazioni in borsa, dalla ricerca del profitto fine a se stesso.
In questo 1° maggio 2025 auspichiamo che imprenditori illuminati e lavoratori intraprendenti si siedano dalla stessa parte del tavolo e che la legge in discussione al Senato venga approvata. ANLA laddove è presente con i suoi gruppi aziendali darà il proprio contributo e farà la sua parte.
(Crediti fotografici: iStock.com/mohd izzuan)
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