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Festa del Lavoro, 2022

(di Edoardo Patriarca, presidente nazionale ANLA) La Festa del Lavoro che ci accingiamo a celebrare ci impone uno sguardo alla realtà. La crisi indotta dalla pandemia, e oggi dalla guerra in Ucraina, ci consegna un quadro per nulla rassicurante. I dati ultimi fotografano una tendenza in peggioramento in alcuni settori. La competizione sul costo del lavoro, sui bassi salari, sulla precarietà strutturata disincentiva gli investimenti innovativi e comprime il potere di acquisto. 

Abbiamo bisogno di una crescita più orientata verso la persona, al suo valore, alla sua dignità.  Forse sono maturati i tempi per scrivere un nuovo statuto delle persone nel mercato del lavoro di fronte ad una crisi globale ed a due transizioni, quella ecologica e digitale, assai profonde.  Uno statuto   che sappia contemperare il valore dell'efficienza con quello dell'equità, della competitività con la coesione sociale e il benessere delle comunità, della produttività con il valore della sostenibilità. Tutto può accadere, a nostro parere, con un nuovo patto sociale a livello nazionale, sviluppato nella contrattazione di secondo livello, nella concretezza dell'azione territoriale, in una cooperazione che valorizzi   i legami sul territorio, una prossimità costruita assieme tra enti locali, imprese, parti sociali e terzo settore. 

 

Il valore della formazione è una garanzia, l'unica garanzia di occupabilità di fronte alle sfide che si annunciano già con lo smart working, il lavoro a progetto, il lavoro dei robot, l'intelligenza artificiale che governa - male -  già l'attività  dei "lavoratori in bici".  

Non possiamo non volgere il nostro sguardo alle troppe morti sul lavoro che continuano a colpire le nostre comunità. È inaccettabile solo pensare che questa tragedia quotidiana possa convivere con una ripresa economica e sociale del paese. Si muore sul lavoro là dove si fa poca formazione, e si convive con il lavoro nero sinonimo di lavoro insicuro, senza norme previdenziali e assicurative, senza sicurezza e sorveglianza sanitaria. Occorre anche un impegno delle associazioni di categoria affinché aiutino le piccole e medie imprese a gestire positivamente la sicurezza e superare lo stereotipo sicurezza - uguale - più - costi. 

Infine, è importante investire sui servizi di cura e sui servizi sociali, con politiche che riorientino i troppi trasferimenti monetari su   servizi per scuola e formazione, servizi di cura e assistenza, politiche di condivisione e conciliazione. È auspicabile una chiamata alla responsabilità del terzo settore, soggetto strategico per avviare soprattutto a livello locale politiche di welfare innovative. 

 

 

(Crediti fotografici: iStock.com/ metamorworks)

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