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Famiglia, miracolo di solidarietà fra le generazioni

(di Antonello Sacchi) Proseguiamo il nostro viaggio nella recente Summer School ANLA riprendendo questa volta i punti principali dell'intervento di Annamaria Furlan, già segretaria generale della CISL, intervenuta nella mattinata di sabato 25 settembre, che ha ricondotto la bellezza nel lavoro ad un piano etico. 

 

 

Il lavoro è bello se è dignitoso, se fa crescere la persona e crea la condizione che le donne e gli uomini del lavoro si sentano partecipi agli obiettivi della società che riguardano essenzialmente la creazione del nostro futuro. Parlare oggi di lavoro significa affrontare la disoccupazione presente in modo drammatico, significa dire che siamo un paese dove ogni giorno qualcuno muore sul lavoro. Parlare di lavoro significa anche parlare di discriminazione, fra giovani e anziani, fra uomini e donne. Lavorare per una donna "significa molto spesso avere una busta paga del 20-30% in meno rispetto al collega che fa il medesimo lavoro e conseguentemente avere in futuro una pensione così ridotta" o dover lasciare il lavoro molto spesso al primo figlio, spessissimo al secondo figlio per mancanza di sostegno sociale e di   riconoscimento sociale del lavoro e della maternità. Come cambiamo questo paradigma? "Da tanti anni abbiamo disperso il valore sociale del lavoro" spiega Annamaria Furlan, un valore per il singolo ma anche per il collettivo, e sottolinea con forza "Noi dobbiamo ritornare invece a dare un forte significato valoriale al lavoro, ritrovare questa forza che tiene insieme le persone e crea comunità". Oggi della solidarietà fra le generazioni abbiamo veramente poco, ai nostri giovani è sempre stato detto che non hanno il lavoro perché le generazioni precedenti hanno troppe sicurezze: "è un miracolo se in questo paese vive ancora un po' di solidarietà fra le generazioni e questo miracolo si chiama famiglia". Già da bambini le diseguaglianze sono abissali, in Italia le offerte formative variano da regione a regione, "siamo un paese dove la bellezza di creare il futuro dipende molto da dove nasci e quindi da dove vivi". "Abbiamo una grande sfida davanti, far ripartire il Paese" ha sottolineato Furlan, ma ci deve essere un quadro generale che lega con un filo positivo tutte le priorità in un quadro generale di equità, finanziando con progetti obiettivi chiari: creare un modello sociale che dia copertura alle difficoltà di tutti, che crei opportunità vere ai giovani, è indispensabile. 

Per una lettura più approfondita del suo intervento rinviamo al nr. 9-10/2021 di Esperienza.

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