(di Edoardo Patriarca, presidente nazionale ANLA) Non sono un esperto e non oso avventurarmi oltre il dovuto su riflessioni che coinvolgono discipline le più diverse, da quelle scientifiche a quelle umanistiche e filosofiche. Siamo di fronte ad una nuova rivoluzione industriale, e come tutte le rivoluzioni industriali che ci hanno preceduto cambieranno gli stili di vita, i modelli organizzativi e il rapporto degli uomini con le macchine. È accaduto con l'invenzione della macchina a vapore, poi del motore a scoppio, per non parlare dell'elettricità, e poi via via con l'automazione dei processi industriali, l'informatica, i computer, il linguaggio digitale. Non ultimo il web che quando apparve sulla scena suscitò in noi grandi speranze, ci sembrò un mezzo potente per accrescere la democrazia e lo scambio di idee e culture tra i popoli. Sappiamo che quel sogno è stato ridimensionato da tempo, anche il web ha i suoi lati oscuri, lo stiamo constatando tutti i giorni: si parla di cyber sicurezza, di attacchi haker, di sabotaggi cibernetici, di dark web, di capitalismo di sorveglianza. E fioriscono le tesi complottiste .
Non è la prima volta che accade, le paure e le inquietudini aumentano con l'incalzare delle innovazioni: abbiamo appena finito di preoccuparci del metaverso di Facebook - il timore che il mondo reale fosse assorbito dal mondo virtuale- che poco dopo sopraggiunge ChatGPT, l'intelligenza artificiale generativa che potrebbe eguagliare e superare l'intelligenza umana. Ma non è finita, se ne è parlato poco: Elon Musk ha condotto una sperimentazione per sviluppare un traduttore che faccia dialogare il cervello umano con il computer, un chip delle dimensioni di un bottone inserito nel cervello di una persona per amplificare i segnali dei neuroni, raccoglierli, codificarli e trasmetterli all'esterno.
Non vi nascondo la mia inquietudine, ho ripensato ai libri di fantascienza di Asimov, ai film sui robot come Blade Runner, Terminator, Trasformers, Io Robot per citarne alcuni. L'umanità si ritrova davanti ad un nuovo crocevia, forse il più difficile tra quelli attraversati nelle precedenti rivoluzioni industriali. Da una parte l'opportunità di potenziare la nostra intelligenza e di operare al meglio, e dall'altro il timore di vedere la vita privata minacciata, di essere manipolati e controllati politicamente, di perdere la libertà. Vi potrà sembrare una cosa un po' lontana, da fantascienza appunto, ma in realtà, seppur in embrione, sta già accadendo: ricordate lo scandalo di Cambridge Analytica che utilizzò i dati di migliaia e migliaia di utenti di Facebook per condizionare la campagna elettorale delle precedenti presidenziali statunitensi? E che dire delle presunte interferenze di siti russi nelle elezioni di alcuni paesi europei? O degli attacchi hacker ai siti istituzionali? O l'elaborazione di fake news tanto ben fatte da apparire vere? Ripenso all'immagine falsa di Papa Francesco con il piumino bianco di marca che girò per giorni su tutti i siti web del mondo.
Vi dicevo che sta già accadendo: cerco in poche righe, parziali e incomplete, di spiegarmi. I dati che noi mettiamo a disposizione delle piattaforme quando utilizziamo il web sono la vera ricchezza delle multinazionali del digitale. Sono miliardi di dati che poi vengono codificati in profili comportamentali e messi a disposizione delle imprese che lo richiedono. L'obiettivo è indirizzare la pubblicità in modo più efficace, migliorare i prodotti e servizi messi a disposizione dei consumatori e orientarli verso quelli più redditizi per l'azienda. Non solo, con l'intelligenza artificiale generativa si può andare oltre e influenzare i comportamenti, gli orientamenti e le scelte personali. Ad esempio si possono identificare precise tipologie di personalità e progettare per esse messaggi mirati a secondo delle propensioni, delle debolezze e paure che ognuno di noi porta con sé.
C'è ovviamente un risvolto immensamente positivo: la possibilità di elaborare miliardi di dati disponibili per la ricerca scientifica e l'innovazione tecnologica, per la medicina (i robot sono già una realtà) e la telemedicina: in futuro la registrazione delle onde celebrali permetterà a distanza di monitorare la salute di una persona.
E torniamo al punto di partenza: da una parte grandi opportunità per l'umanità di fare un "salto quantico" inimmaginabile fino a pochi decenni che potrebbe rendere il pianeta più sostenibile e abitabile per tutte le specie viventi, e dall'altro i timori e le paure da gestire con Istituzioni politiche all'altezza delle sfide.
Concludo con una certezza. La nostra intelligenza, diversamente da quella artificiale che è parte di un meccanismo, esiste ed è generata in un corpo vivente unico e irripetibile; viviamo in comunità e abitiamo un ambiente nel quale apprendiamo e impariamo ad amare, ad essere creativi, ad improvvisare, a godere della bellezza, ad intuire, a sognare, ad avere paura, a soffrire... ci diamo degli obiettivi e siamo consapevoli della nostra finitudine. Per questo la nostra intelligenza sarà sempre più grande e ineguagliabile, più di una macchina o di un algoritmo.
(Crediti fotografici: iStock.com/ PhonlamaiPhoto)
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