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Desiderio di Europa

(di Edoardo Patriarca, presidente nazionale ANLA) In diretta, i nostri cellulari ci mostrano scenari da seconda guerra mondiale: macerie delle città distrutte, bambini uccisi, profughi. Putin vuole riscrivere  la storia di una Ucraina che a suo dire va "denazificata" dimenticando che Zelensky è ucraino ebreo, e suo nonno combatté nell'Armata Rossa contro Hitler. Gli ucraini nel difendere la proprio libertà - e loro aggiungono anche la libertà dell'Europa- danno testimonianza di una determinazione e risolutezza a noi sconosciuta. Sconosciuta perché siamo bravi a comprendere la logica della vittima, del profugo e della sofferenza, ma facciamo più fatica ad accogliere dentro di noi la testimonianza del coraggio nella lotta per difendere la propria Patria, e la posizione simbolica del combattente. Tanto che arriviamo a rimproverare gli ucraini perché non si arrendono. Una resa incondizionata, non una pace negoziata.

Penso che gli ucraini  ci hanno reso più consapevoli del valore dell'essere europei, di ragionare e pensare da europei. Abbiamo da decenni dato tutto per conquistato definitivamente: pace, benessere diffuso, libertà individuali, le libertà economiche, lo stato di diritto, la democrazia rappresentativa. Lo abbiamo dato tanto scontato da apparire società esauste che non hanno più nulla da proporre al mondo, anzi, di più, applichiamo il cancel culture della storia, senza conoscerla e leggerla nel tempo. Siamo stati colonizzatori, razzisti, sfruttatori: possibile che la storia europea e italiana sia solo questo? Siamo tanto "annoiati" che i nuovi zar, le autocrazie che si diffondono nel mondo appaiono più desiderabili, più efficienti rispetto alle democrazie liberali -per nulla perfette- che non sanno decidere tempestivamente, che non danno certezze e sicurezza. Meglio affidare il potere a pochi, rinunciare a un po' alla libertà per avere in cambio più sicurezza. 

Penso tuttavia che la nostra storia di europei, se fosse più amata e rispettata, metterebbe in luce lo  stile di mitezza coltivato  in questi decenni, il soft power forte della nostra cultura, delle strabilianti tradizioni e invenzioni, del non ricorso alle armi per gestire i conflitti, una antropologia positiva. Le quattro crisi che hanno percorso questo primo ventennio ci dicono che la "spensieratezza" di noi europei non potrà più essere praticata nel prossimo futuro, una storia di riconciliazione, in pochi giorni è tornata ad essere storia di contrapposizioni e di violenze.  

Prima il Covid, ora il conflitto in Ucraina, ci hanno svelato la fragilità delle istituzioni europee, non siamo ancora una comunità di destino, presi ciascuno dai propri interessi e dalle convenienze politiche. Anche in questa tragica occasione troppe le voci e nessuna di queste tanto autorevoli da poter imporre una tregua. Calza l'immagine a voi nota: l'Europa è un colosso economico e un nano politico. Per divenire una comunità di destino abbiamo bisogno di una Europa federalista, più integrata nelle politiche economiche, fiscali e sociali; un Europa più unita anche sul fronte della difesa comune e della politica estera, con una comune normativa per l'accoglienza di profughi e perseguitati. è necessario un Rinascimento europeo, come alcuni propongono, che ponga al centro la dignità delle persone, la lotta alle disuguaglianze e per i diritti delle donne, la tutela dei bambini che sono non "minori" in attesa di diventare adulti, ma già pienamente persone portatori di diritti. Per non dimenticare il patrimonio accumulato dalle esperienze delle democrazie liberali, contro le autocrazie.

E il nostro contributo? Importantissimo perché si diventa comunità di destino se gli "europei organizzati", noi tra questi, si assumono una responsabilità sul futuro. Noi di ANLA, europei fino all'osso, con la nostra storia siamo interpellati a far riscoprire l'umanesimo europeo ( e quindi italiano) con la nostra esperienza, i valori che ci derivano dall'essere noi "lavoratori anziani", le nostre iniziative culturali, la solidarietà praticata, il civismo, i viaggi alla scoperta delle nostre bellezze, la cura per l'ambiente, gli incontri con i giovani.

 

 

(Crediti fotografici: iStock.com/rustamank)

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