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Buona Pasqua 2025!

(di Edoardo Patriarca, presidente nazionale ANLA) La Pasqua affonda le sue radici nella tradizione cristiana, è la festa più importante per coloro che credono in Gesù risorto. Ed è una festa civile con i suoi valori riconosciuti da tutti. I simboli pasquali ce li riportano alla memoria: l'uovo simbolo di vita, la colomba segno di pace, il ramoscello d'ulivo annuncio di festa e di speranza.  

Dirci buona Pasqua è l' occasione per rammentare   il significato e la direzione che vogliamo dare alla nostra vita, una interruzione rispetto al tran tran quotidiano nel quale spesso ci smarriamo, sommersi dalle cose da fare, dagli inviti ossessivi a consumare qualsiasi cosa, concentrati su noi stessi e sui nostri bisogni. E invece la Pasqua, l'uovo pasquale, ci fa presente che la vita felice è quella che rinasce tutti i giorni con un buongiorno, con un gesto di cortesia , con un segno di amicizia. Rinascere per non farci sopraffare dal sentimento di paura che aleggia  su tutta la comunità, paura di tutto, paura dell'altro, paura del futuro e rinserrati nelle nostre mura fisiche ed esistenziali. È la paura che vissero i discepoli disperati dopo la morte di Gesù, chiusi nel cenacolo, impauriti e intimoriti dalle possibili ritorsioni  dei farisei. La Pasqua al contrario ci ricorda che la vita è più grande della morte: "Chi ne afferma l'onnipotenza  è lui stesso la prova vivente  che essa onnipotente non è.  Non c'è vita che almeno per un attimo non sia immortale. La morte è sempre in ritardo di quell'attimo" scrive Wistawa Szymborska.

Non solo la vita da amare e da vivere tutti i giorni ma anche l'impegno a fare pace, a trasformarci in  sarti esperti di rammendi e cuciture nella vita familiare, lavorativa e associativa. La colomba pasquale e il saluto di Gesù risorto ai discepoli richiamano la responsabilità di ciascuno e di tutti a fare la pace.  Che non significa vivere in un altro pianeta scansando i conflitti e le fatiche del convivere, bensì assumerle per trasformarle in una opportunità di buona vita e riscoprire così la bellezza della pace e la sua preziosità. Oggi viviamo tempi difficili, quella colomba va accolta per illuminare nuovamente il valore dell'ospitalità verso l'altro, soprattutto verso i più distanti e lontani. Nell'antica cultura greca dietro ad ogni forestiero o viandante  poteva celarsi una divinità o un messaggero degli dèi a cui era dovuta un'offerta di vitto e alloggio. Anche la Bibbia  è un  canto al valore  dell'ospitalità dei forestieri, spesso definiti "angeli". Facciamoci tutti un po' viandanti e stranieri per riconoscerci nello stesso tempo ospiti, ospitati e ospitanti.

Ultimo, il ramoscello di ulivo ci ricorda che Pasqua è anche  festa, l'occasione per ritrovarsi e rinsaldare i legami, per ringraziare e accogliere, per propiziare nuove scelte e cambiamenti. Non le feste consumate e vuote, identiche a se stesse e appiattite sul presente, ma le feste che scandiscono la nostra vita e ci aiutano a guardare il futuro nel presente  amando il passato.  

Buona Pasqua, per vivere il calore della vita, per fare pace e sentirci tutti ospiti, per celebrare la festa e tornare a camminare.

 

(Crediti fotografici: iStock.com/ searagen)

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