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Costruire giorno dopo giorno

(di Edoardo Patriarca, presidente nazionale ANLA) Vi propongo due immagini di resistenza: la prima, dolorosa ma espressione di una umanità immensa, quella della madre di Navalny; la seconda, i trenta eroi quotidiani che ogni anno il presidente Mattarella riconosce con l'onorificenza a Cavaliere al Merito della Repubblica Italiana. Due immagini che di primo acchito ci possono apparire  assai distanti: eppure a guardare bene sono entrambe unite dalla passione per un'umanità che oggi appare spesso confusa e senza meta. Donne e uomini che hanno compreso da tempo che la buona vita  e la ricerca della felicità   si trovano nel fare del bene e nel riconoscersi   sempre a debito nei confronti di coloro che incontriamo e amiamo.

Il primo fermo immagine è sulla dichiarazione pubblica della madre di Navalny, ferma e insindacabile, rivolta alle autorità russe nell'esigere il corpo del figlio. Riprendo un passaggio di un articolo dell'amico Luigino Bruni, professore di economia presso Lumsa, che con poche parole scolpite descrive la grandezza della madre di Navanly: "Lyudmila, la madre di Navalny che reclama invano il corpo del figlio Alexei, è l'icona più forte di questi tempi tremendi. Una donna anziana, nell'inverno siberiano, che dopo un altro Golgota si reca al sepolcro in cerca del corpo, non le basta vederlo, lo deve toccare, perché gli occhi delle madri sono anche le mani, sono anche le labbra in quei baci infiniti sulla fronte che da bambini ci misurano la febbre e nell'ultimo giorno ci aprono la porta del cielo". 

In quella richiesta c'è qualcosa di antico e di sacro che tante madri hanno testimoniato nella storia: penso a Maria che assiste nella disperazione alla morte del figlio Gesù; ad Antigone, nella tragedia di Sofocle, che dà sepoltura al fratello contro la volontà del re Creonte per essere poi uccisa; alle madri coraggio di Plaza de Mayo incontrate tanti anni fa a Buenos Aires che esigevano dal dittatore Videla i corpi dei loro figli desaparecidos; alle madri ucraine e russe che piangono la morte dei loro figli e chiedono la pace. Testimonianze luminose che aprono una prima riflessione che vorrei condividere con voi:  i corpi sono la nostra umanità, è per questo che vanno amati e rispettati, fino alla fine e oltre la morte. Noi ci amiamo attraverso i gesti delle nostre mani, i pensieri della  mente, le parole che escono dalle  labbra, il sorriso, gli sguardi. Giustamente mi farete notare che però noi siamo anzitutto esseri spirituali; so quanto sia vero, ma so anche che questa dimensione vitale della nostra umanità si incarna nella corporeità, tanto da far dire ai cristiani che i corpi delle donne e degli uomini sono il tempio di Dio. La testimonianza luminosa della madre di Navalny ci rammenta chi siamo, ci parla della dignità di tutti gli uomini inscritta nella nostra Costituzione e nella Dichiarazione Universale dei diritti umani, una sacralità che va difesa ogniqualvolta viene minacciata. Ci ricorda che non esistono corpi di serie A e corpi di serie B, che gli uomini sono chiamati alla fraternità, e che il destino di noi tutti non è homo homini lupus come ci vogliono far credere ma homo homini frater

Sta in questo il senso vero del nostro fare associazione: stiamo insieme per rendere testimonianza che un comune destino si può costruire giorno dopo giorno.

Il secondo fermo immagine  va nella medesima direzione: sono le testimonianze di impegno civile di giovani e anziani che il Presidente Mattarella "riconosce" ogni anno. Raccontano del comune destino che lega gli uomini con gesti quotidiani e opere immensamente gratuite,  nei quali l' umanità si fa luminosa e abbagliante. Quasi da non crederci se pensiamo ai tempi che stiamo vivendo nei quali sembra vincere la violenza, la maleducazione, la cattiveria dei piccoli gesti, la rabbia, le recriminazioni sempre e comunque, la libertà del voler fare quello che si desidera a tutti i costi, i tanti diritti e i pochi doveri.

Così viene premiato Mattia (37 anni) che salva una bambina precipitata da un palazzo mettendo a rischio la propria vita, Marta (35 anni) per l'attività di sostegno alla ricerca scientifiche per le malattie reumatologiche infantili, Licia (88 anni) impegnata in attività educative per i detenuti nella casa di reclusione di Porto Azzurro, Simone (42 anni) e Dario (80 anni) impegnati come volontari nelle ultime alluvioni, Antonio (74 anni) e Carlo (71anni) per aver realizzato la fondazione Scuola Calcio per i giovani di Scampia, Marco (60 anni) per aver offerto lavoro a persone immigrate nella sua azienda agricola, Marta (26 anni) per aver ideato una piattaforma informatica per agevolare i viaggi e gli spostamenti delle persone con disabilità... e tutti gli altri premiati dal Presidente Mattarella.

 

(Crediti fotografici: : iStock.com/ gorodenkoff)

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